Gjør som tusenvis av andre bokelskere
Abonner på vårt nyhetsbrev og få rabatter og inspirasjon til din neste leseopplevelse.
Ved å abonnere godtar du vår personvernerklæring.Du kan når som helst melde deg av våre nyhetsbrev.
Il formare un giudizio accertato della positura presente dell'Inghilterra è cosa tanto impossibile a un uomo che arrivi nuovo e senza conoscenza a quella corte, che, a meno di trattenervisi un lunghissimo tempo, mette più conto il trascurare le notizie più intrinseche delle massime da cui depende il rigiro di quel governo, e contentarsi di quelle che risguardano i caratteri particolari delle persone e de' ministri più riguardevoli. Imperciocché, volendosi fissare nel primo oggetto, lo spazio di poche settimane non basta per passar più oltre della superficie delle cose, e nondimeno richiede il sentir tanti e il domandar tanto, che non lascia luogo alla considerazione del secondo; il quale,...
VENTIQUATTRO anni! gran bel numero questo ventiquattro per un giovanotto che veste la prima volta una divisa elegante di panno nero con ricamini d¿oro e che passeggia nella sua qualità di medico di bordo in mezzo a un centinaio d¿uomini robusti, sopra una fregata dai fianchi d¿acciaio, dai polmoni di ferro! Il medico della Savoia aveva per verità poco da fare. Anzi mi ricordo che per tutto il tragitto da Genova oltre Suez e poi per un bel tratto ancora del Mar Rosso, l¿unico mio malato fu il pappagallo del capitano, che soffriva, pare, di nostalgia.
Di giorno, su un palcoscenico di teatro di prosa. N.B. La commedia non ha atti né scene. La rappresentazione sarà interrotta una prima volta, senza che il sipario s'abbassi; allorché il Direttore Capocomico e il capo dei personaggi si ritireranno per concertar lo scenario e gli attori sgombreranno il palcoscenico; una seconda volta, allorché per isbaglio il Macchinista butterà giù il sipario. Troveranno gli spettatori, entrando nella sala del teatro, alzato il sipario, e il palcoscenico com'è di giorno, senza quinte né scena, quasi al bujo e vuoto, perché abbiano fin da principio l'impressione d'uno spettacolo non preparato. Due scalette, una a destra e l'altra a sinistra, metteranno i...
¿ Provi a viaggiare ¿ mi disse il professor A*** direttore del Manicòmio di M***, il quale mi onora della sua benevolenza. ¿ Ah, sì, signore, il viaggiare sento che mi farà più bene che andare alla seconda cantoniera dello Stèlvio, come mi fu suggerito da altri. «Pensa ¿ dissi a me stesso ¿ che le strade sono tutte tue. È una grande proprietà! Esse si stèndono bianche, notte e giorno, e fàsciano il mondo: non rimane che andare e camminare. Va, dunque, e cammina.» Ma per me ci vorrebbe un'automòbile. Essa va veloce e spezza il pensiero.
Comincio queste memorie e questo studio sulla vita americana per l'appunto oggi che sono quarant'anni dacchè sbarcai in Nuova York. È una specie di giorno anniversario per me; e scelgo il quarantesimo, perchè non sono troppi quarant'anni per insegnare ad uno straniero a conoscere a fondo i costumi, gli atteggiamenti, i fini d'un popolo che non è il suo. Un giovanotto d'appena 20 anni, colpevole solo d'aver impugnato le armi con l'entusiasmo della sua età e per la difesa del suo paese, e d'aver combattuto nelle guerre del 184849 contro l'Austria, fu condannato all'esilio, lasciandogli appena il tempo di sfuggire alla soldatesca che gli circondò la casa col proposito d'agguantarlo prigioni...
Dietro la presa risoluzione essendo tornato in Ispagna nell'aprile del 1803, m'imbarcai a Tariffa sopra un piccolo battello; ed attraversato in quattr'ore lo stretto di Gibilterra, entrai nel porto di Tanja o Tanger alle dieci ore del mattino, il giorno 29 giugno dello stesso anno, mercoledì 9 del mese vabiul-anal dell'anno 1218 dell'egira. La sensazione che prova colui che fa la prima volta questo tragitto brevissimo con può paragonarsi che all'effetto d'un sogno. Passando in così corto spazio di tempo in un mondo affatto nuovo, e che non ha veruna rassomiglianza con quello che si è lasciato; si trova come trasportati in un altro pianeta.
Nacqui dell'anno 1632 nella città di York d'una buona famiglia, benchè non del paese, perchè mio padre, nativo di Brema, da prima venne a mettere stanza ad Hull; poi fattosi un buono stato col traffico e dismesso indi il commercio, trasportò la sua dimora a York; nella qual città sposò la donna divenuta indi mia madre. Appartiene questa alla famiglia Robinson, ottimo casato del paese; onde io fui chiamato da poi Robinson Kreutznaer, ma per l'usanza che si ha nell'Inghilterra di svisar le parole, siamo or chiamati anzi ci chiamiamo noi stessi, e ci sottoscriviamo Crusoe, e i miei compagni mi chiamarono sempre così.
Questo lubrico argomento essendo sempre, per la nostra fragilità, pericoloso non lo si deve studiare che per necessità, con animo vigilante, con retto fine, e invocando la suprema assistenza di Dio. Chiunque facesse troppo a fidanza colle proprie forze, e si gettasse perciò in questo argomento senza discrezione e senza prudenza, non ne uscirebbe certamente illeso, poichè dice la Scrittura (Eccl. 3, 27): Chi ama il pericolo, in esso perirà.
Il ritorno del flebotomo Bossano a Murialto d'Asti avvenne alla vigilia della festa di maggio, e benché seguisse di sera e di nascosto, fu subito segnalato da un complesso di strane commozioni. Come negli antichi misteri il diavolo si annunziava con un forte puzzo di zolfo, così la presenza di questo famigerato perturbatore era tradita dal disordine, suo naturale elemento. La notizia scoppiò come un fulmine nella casa comunale. Un'ora dopo il tramonto per il paese non se ne sapeva nulla.
"Benvenuto, vicin, di nuovo in questa Erma dimora, che al lume si accende. Che fu gran tempo spento al pianto mio; Or che la notte la finestra splende, Ove tu preghi su tuoi canti pio, La veglia del giardin non è più mesta.
A scuola ebbi la fortuna di imbattermi in un maestro scettico, un vecchio alto, vestito continuamente d'una palandrana nera, con in testa un cilindro, baffi e pizzo bianchi, occhi neri, larghi e pensosi, impronta di Sileno. Si chiamava Cesare; a spiegare una certa aura di paganesimo che spirava su quel volto largo e sereno, basterà dire i nomi dei suoi congiunti: Volfango e Silvano, Telemaco, Omero, Aristotile, Pindaro e Mentore. Era possibile mai che un uomo, a cui frullavano per la testa i fantasmi ascosi sotto tali nomi, potesse confondersi con le aste, gli zeri e l'abbecedario?
Il sole chino sul grembo della montagna con tensione grifagna sembrava un occhio stupefatto d'arancione cigliato di raggi a lame vivide sotto un sopracciglio corrucciato di nubi livide.
O grande altare del Grappa, offerto agli orizzonti con il marmo bianco della tua neve, con le corone di roseti spogli ¿ e i cipressi che salgono lenti, per scale di colli ¿ ai tuoi fianchi ¿ o vasto monte aperto sopra la terra come le braccia di un eroe fanciullo che in silenzio si dia alla morte ¿
Pietro, figliuolo di Barisone, incominciò in Arborea il suo regno, dominato da quella stessa politica fluttuante che tanto infelice avea renduto il governo del genitore. Due atti appartenenti ai primi anni del suo principato lo palesano prima intento ad avere entratura coi Pisani, mercé della donazione da lui fatta alla loro chiesa maggiore di una corte nel luogo di Milis ; e poscia procacciantesi il favore dei Genovesi con giurare appo loro l'osservanza e l'ampliazione degli antichi obblighi del padre suo ; con farsi ascrivere nel numero di quei cittadini e riconoscersi vassallo del comune, salva restando la fedeltà dovuta al pontefice; con assegnare di nuovo ai trafficanti di Genova...
Se avessi letto questo libro da giovane la mia vita sarebbe stata diversa. Queste parole mi diceva un amico, riportandomi il Self-Help dello Smiles, che gli avevo dato a leggere. Fui colpito da cosiffatte parole, e stavo pensando all'effetto immenso che aveva prodotto quell'incomparabile libro in Inghilterra, ed all'accoglienza pure favorevolissima che ne aveva avuto fra noi la traduzione italiana, quando ricevetti una lettera dal signor G. Barbèra, nella quale con parole molto lusinghiere egli mi invitava a fare, con esempi italiani, un libro simile agli intendimenti dell'inglese. Qualche mese dopo, il signor Barbèra mi mandò un Manifesto in cui lessi che l'Associazione per l'Educazio...
- Aspettatemi dunque! - esclamò l'avvocato Guglielmi, indugiando nel rimettersi il pastrano grigio da mezza stagione, e aperse la bussola, che dal caffè dava sotto il portico. Gli altri due si erano fermati ad attenderlo. Il portico leggermente ricurvo era poco illuminato; due guardie di pubblica sicurezza stavano addossate all'ultima colonna verso la piazza, che, stretta fra il doppio loggiato, a quell'ora e in quella tenebra sembrava anche più piccola. I suoi fanali, bianchi sopra esili colonnine di ghisa, non rischiaravano né la notte né il selciato; erano otto d'ambo i lati, e la loro luce faceva poco più di un'aureola intorno ai loro vetri.
Dopo l'infelice giornata di Custoza, Brescia, ritornata colla Lombardia sotto l'austriaco reggimento, o per meglio dire sotto la militare licenza, aveva serbato il più austero, il più dignitoso contegno. Mesi lunghi e lentissimi corsero per quella generosa città dall'agosto 1848, al marzo 1849, se si pensi che l'un di più che l'altro crescevano i motivi all'odio contro i truculenti generali dell'Austria, e la baldanza a questi e la disperazione d'ogni indugio; e più ancora se si consideri che molti incitamenti e d'uomini e di circostanze rinfuocavano le speranze e irritavano l'impazienza dei popoli.
Lo Dio d¿amor con süarco mi trasse Perch¿i¿ guardava un fior che m¿abbellia, Lo quale avea piantato Cortesia Nel giardin di Piacer; e que¿ vi trasse Sì tosto, ch¿a me parve ch¿ e¿ volasse; E disse: ¿I¿ sì ti tengo in mia balìa.¿ Allor gli piacque, non per voglia mia, Che di cinque saette mi piagasse. La prima à non¿ Bieltà: per gli occhi il core Mi passò; la seconda, Angelicanza: Quella mi mise sopra gran fredore; La terza, Cortesia, fu san¿ dottanza; La quarta, Compagnia, che fe¿ dolore; La quinta apella l¿uon Buona Speranza...
Scendi, Urania, dal ciel, scendi, se questo Nome a te si convien, la cui divina Voce soave accompagnando, io m'ergo Sopra l'Olimpio monte ed oltre il volo Delle Pegásee favolose penne. Un vôto nome io non invoco, ed una Di quelle nove imaginate suore Non sei per me, nè dell'Olimpo in vetta La tua dimora è già: tu quella sei...
Nella città di PattalyPura regnava il Re Sucadaruscia, buono, generoso, intelligente, ricco d'ogni virtù. Disgraziatamente, tre figli aveva avuti, e tutti e tre erano l'opposto delle qualità paterne. Indocili, testardi, collerici, prodighi, stupidi, grossolani, non amavano che la caccia, il giuoco, gli stravizzi. Il povero padre non se ne dava pace; e volendo pur far qualche cosa per emendar la sua prole degenere, convocò a consiglio tutti i dottori del regno, espose loro il suo caso e pregò che gli suggerissero un mezzo per riformare l'indole stupida e rozza dei tre rampolli
In quel tempo, circa trent¿anni or sono, da Macomer a Nuoro si viaggiava ancora in diligenza, e quasi sempre di notte. La strada era ben tenuta, ma poco frequentata e non sempre sicura; il vetturino, quindi, che era allora un vecchietto energico e dispettoso, aveva cura di frustare i cavalli, e se per caso si addormentava, dopo un attimo si svegliava di soprassalto, bestemmiando. Unico viaggiatore, in quella notte di aprile, era un capo-macchia, cioè uno di quei carbonai per lo più toscani, che in Sardegna dirigono il taglio dei boschi. Era un bel giovane, alto e svelto e dal viso pallido i cui lineamenti regolari avevano però alcunché di duro; e i suoi capelli dritti e i baffi spioventi...
In quel tempo, circa trent¿anni or sono, da Macomer a Nuoro si viaggiava ancora in diligenza, e quasi sempre di notte. La strada era ben tenuta, ma poco frequentata e non sempre sicura; il vetturino, quindi, che era allora un vecchietto energico e dispettoso, aveva cura di frustare i cavalli, e se per caso si addormentava, dopo un attimo si svegliava di soprassalto, bestemmiando. Unico viaggiatore, in quella notte di aprile, era un capo-macchia, cioè uno di quei carbonai per lo più toscani, che in Sardegna dirigono il taglio dei boschi. Era un bel giovane, alto e svelto e dal viso pallido i cui lineamenti regolari avevano però alcunché di duro; e i suoi capelli dritti e i baffi spioventi...
Dell'uom la prima colpa e del vietato Arbor ferale il malgustato frutto, Che l'Eden ci rapì, che fu di morte E d'ogni male apportator nel mondo, Finchè un Uomo divin l'alto racquisto Fa del seggio beato e a noi lo rende, Canta, o Musa del ciel; tu che del Sina dell'Orebbe in sul romito giogo Inspirasti il pastor che primo instrusse...
Viveva l¿anno 1548 qui in Vinegia, M. Hieronimo da Pozzo di onorata famiglia de¿ cittadini di questa città, sotto la cura e governo di una sua avia materna, poiché poco prima era (per morte) del padre e della madre privo rimasto; ed essendo anco fanciullo, e ricco di conveniente rendite, attendeva alli studi delle buone lettere sotto l¿erudizione de M. Pre Ottavio Arnaldo Piovano della chiesa e contrada di S. Leonardo, de le lettere de umanità molto saputo, e che per insegnarle ä fanciulli era giudicato a quel tempo di pochi pari. Aveva questo Piovano un nipote al figliuolo di una sua sorella nominato Prospero Saraceni, che avendo pur allora presa moglie Madonna Cicilia di Mazzi con una ...
La Grande Italia. Il nuovo Regno. La politica estera della Destra. Andrássy e Bismarck nel 1873 chiedono invano una entente intime ai ministri della Destra. L'irredentismo e le relazioni italoaustriache, La guerra russoturca. Le istituzioni repubblicane francesi in pericolo. Necessità per l'Italia di uscire dall'inerzia. La missione da Vittorio Emanuele e da Depretis affidata a Crispi alla fine di agosto 1877. Memorie originali di Crispi e carteggi con Vittorio Emanuele e Depretis, resoconti di colloqui con Decazes, Thiers, Gambetta, Bismarck, Derby, Gladstone, Andrássy, ecc. Crispi conviene col principe di Bismarck il negoziato per un trattato d'alleanza italogermanica.
Le prime origini delle nazioni coperte sono di tenebre anche presso a quei popoli i quali ebbero in tempo scrittori atti ad investigare le cose antiche, ed a tramandare ai posteri li fatti celebri della loro età. La greca mitologia, impadronitasi d'una gran parte delle scarse ed inesatte tradizioni dell'antichità, volendo tutto abbellire, ha tutto svisato, dimodoché più inestricabile riesce il viluppo che incontrasi nel separare dall'ingombro dei racconti favolosi l'impercettibile germe di verità talvolta racchiusovi. Non è dunque da meravigliare se la storia di un paese, qual è la Sardegna, privo nell'antichità di illustratori propri, presenti a chi fassi ad indagarne i primi tempi molta...
Allor che Rosa dalle bianche braccia aprì le imposte, piccola e lontana dal cielo la garrì la cappellaccia.
Abonner på vårt nyhetsbrev og få rabatter og inspirasjon til din neste leseopplevelse.
Ved å abonnere godtar du vår personvernerklæring.