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Il semovente da 75/18, così come tutte le sue varianti successive, fu progettato dalla Fiat Ansaldo. Il carro si basava sullo scafo dei carri M e fu l'unico blindato italiano della Seconda Guerra Mondiale prodotto in numero sufficiente da rappresentare un problema per le forze corazzate nemiche. Il 75/18 diede prova della sua potenza sin dal suo esordio sul fronte africano, ma anche nello sbarco alleato in Sicilia e nei successivi reparti corazzati del Regno del Sud e della Repubblica Sociale Italiana. L'idea derivava dall'entrata in servizio nell'esercito tedesco degli "Sturmgeshütz" (cacciacarri), e dei positivi risultati che questi ottennero sui vari fronti che li avevano visti impegnati.
In questo primo volume dedicato alle autoblinde italiane, iniziamo a presentare le prime e più antiche. All'inizio si trattò soprattutto di modelli rimasti a livello di prototipi, o di mezzi prodotti in numero assai basso. Delle tante, abbiamo dedicato un po' di spazio alle blindo più antiche come la Bianchi, già presente nel conflitto italo-turca, o la Fiat-Terni Tripoli nata nel 1918. Passiamo poi alla leggenda della Lancia 1Z, mezzo fortunato nato nel primo conflitto mondiale e che rimase operativo fino al 1945! Si trattò di un massiccio mezzo, interamente di progettazione italiana. A condividere buona parte del libro chiudiamo con l'autoblindo Fiat 611 costruita nel 1932, come spesso accadeva al tempo con la Ansaldo, e specificatamente progettata per uso coloniale. Operò infatti soprattutto nella A.O.I. insieme alla sorella più anziana Lancia 1Z e i carri veloci. Oltre venti tavole di profili a colori dell'autore completano questo libro.
Dopo il primo volume sui cannoni italiani, in questa seconda parte tratteremo e completeremo lo studio e l'analisi dei pezzi d'artiglieria ereditati dal primo conflitto mondiale, sia di produzione nazionale che fonti di preda bellica (tipicamente austro-ungarica) a seguito della vittoria nel 1915-18.Il criterio usato sarà ancora quello già utilizzato del calibro a crescere, quindi dai pezzi leggeri in poi. Con il terzo volume che completerà il nostro lavoro sulle artiglierie italiane dei primi cinquanta anni del Novecento tratteremo prevalentemente i mezzi di concezione più moderna, ideati dalla seconda metà degli anni '30. Da questo volume invece parleremo espressamente anche delle bombarde in uso in quegli anni, mentre trattrici e trattori saranno distribuiti in vario modo nei tre volumi in ordine preferibilmente cronologico.
The Matilda Mk II tank, was an infantry tank used by the British Army during the Second World War. This tank was famous for its heavy armour and its ability to resist enemy attacks, especially in the early stages of the conflict. In fact, its armour made it virtually invulnerable to the anti-tank guns of the time. On the other hand, its speed and firepower were limited compared to the enemy tanks. It was armed with a 2-pound (40 mm) main gun and a coaxial machine gun. For all these characteristics, the British Matilda tank was nicknamed "the Queen of the Desert"!
After the first volume on Italian cannons, in this second part we will treat and complete the study and analysis of the artillery pieces inherited from the First World War, both of national production and sources of war prey (typically Austro-Hungarian) following the victory in 1915-18.The criterion used will still be that of the growing calibre, i.e. from light pieces onwards. With the third volume, which will complete our work on Italian artillery from the first fifty years of the twentieth century, we will mainly deal with the more modern types of artillery, conceived from the second half of the 1930s. From this volume we will also expressly discuss the bombards in use in those years, while tractors will be distributed in various ways throughout the three volumes in preferably chronological order.
Il carro armato Matilda Mk II fu un carro armato di fanteria utilizzato dall'Esercito Britannico durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo carro era famoso per la sua pesante corazza e la sua capacità di resistere agli attacchi nemici, soprattutto nelle fasi iniziali del conflitto. La sua corazza, infatti, lo rendeva praticamente invulnerabile ai cannoni anticarro dell'epoca. Per contro, la sua velocità e la sua capacità di fuoco erano limitate rispetto ai carri avversari. Era armato di un cannone principale da 2 libbre (40 mm) e una mitragliatrice coassiale. Per tutte queste caratteristiche il carro inglese Matilda era soprannominato "la regina del deserto"!
The Panzerkampfwagen 38(t) was not born German. Its original name was LT vz. 38, and was the best Czechoslovak tank made between the wars. However, it only had luck and substantial use in another army, the German army, which renamed the vehicle Pz.Kpfw.38(t). In the Wehrmacht, this tank became one of the symbols of the Blitzkrieg, fighting in the vanguard of the German armoured units. Thus it was that in the spring of 1940, the Prague-built tanks destroyed the British and French vehicles that had failed to come to the aid of Czechoslovakia two years earlier...
The L6/40 Tank was the only true Italian light tank of World War II. Used during the Second World War mainly by the Regio Esercito, which employed it in practically all theaters of war: North and East Africa, Russia, the Balkans and the rest of Europe. Used mainly as a reconnaissance vehicle from the spring of 1941 until the armistice with the Allies in September 1943. A vehicle originally designed for mountain operations, it soon proved unsuitable for the operations to which it was entrusted. Even before it went into action, it was obsolete both in terms of armament and weak armour.
Il Carro Armato L6/40 fu l'unico vero carro armato leggero italiano della Seconda Guerra Mondiale, utilizzato prevalentemente dal Regio Esercito che lo impiegò praticamente in tutti i teatri di guerra: Africa settentrionale e orientale, Russia, Balcani e resto dell' Europa. Venne utilizzato soprattutto come mezzo di ricognizione a partire alla primavera del 1941 fino all'armistizio con gli alleati nel settembre 1943. Mezzo originariamente progettato per le operazioni in montagna, si rivelò tuttavia presto inadatto alle operazioni cui venne affidato. Già prima di entrare in azione, era obsoleto sia per l'armamento che per la debolezza della corazza.
Fra i tanti aerei prodotti dalla industria tedesca il Focke-Wulf Fw 190 fu in assoluto uno dei migliori. Battezzato presto col nomignolo di Würger (passero, in italiano) la macchina sviluppata da Focke-Wulf a Brema sotto la direzione del capo progettista Kurt Tank venne prodotta in più di 20.000 esemplari, a partire dal 1941. Condivide con l¿altrettanto celebre Messerschmitt Bf 109 la fama di caccia più famosi della Luftwaffe. Il Focke-Wulf Fw 190 A-8 era dotato di un motore radiale BMW 801 D-2 a doppia stella con 14 cilindri da 1.700 Hp che permetteva di raggiungere la velocità massima di 653 Km/h.
In questo primo di tre volumi vengono trattati tutti i pezzi d'artiglieria di produzione nazionale, straniera e di preda bellica utilizzati e in organico effettivo al Regio Esercito italiano nella seconda guerra mondiale. Ogni mezzo viene descritto con uno o più profili a colore e relativa scheda esaustiva della tecnica e delle caratteristiche dell'arma. Nel primo volume tratteremo principalmente i cannoni ereditati dalla prima guerra mondiale costruzione nazionale o di prede belliche a partire dai calibri più piccoli. In questo volume presenteremo anche la prima parte di trattori o trattrici di artiglieria utilizzati per questo tipo di mezzi. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
Nato nei primi anni `30 per fornire all¿esercito italiano un carro armato leggero su larga scala, l¿L3 rimase in prima linea nelle unità corazzate fino al 1941. Anche se ebbe un ruolo importante solo nei combattimenti della campagna d¿Etiopia e della guerra civile spagnola, la ¿scatola di sardine¿ successivamente si limitò al combattimento antipartigiani e al sostegno delle truppe d¿occupazione dopo l¿inizio difficile della seconda guerra mondiale. Prodotto in largo numero, in considerazione della capacità industriali del paese negli anni 30. Ne furono realizzati circa 2.000 esemplari a partire dal 1933 e fino al 1938, anno in cui cessò la produzione.
Il Panzer III, (Panzerkampfwagen III) nell'esercito tedesco era Sd.Kfz. 141, fu insieme al successivo Panzer IV il carro armato medio più noto delle Panzer Division durante la seconda guerra mondiale. Fu progettato espressamente come mezzo anticarro per contrastare i veicoli blindati avversari, ruolo che ricoprì con successo almeno fino al 1942. Il Panzer III, venne continuamente migliorato nel corso del tempo con il potenziamento dell'armamento principale e della corazzatura. La versione J, dotata di un cannone da 50 mm lungo 60 calibri (L/60), fu in grado di contrastare anche mezzi più potenti. Tuttavia a partire dal 1943 il Panzer III fu progressivamente superato dall'introduzione di veicoli nemici più corazzati e dotati di armamento pesante. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
Il Carro armato M13/40 è stato il più famoso carro operativo italiano della seconda guerra mondiale; progettato per sostituire l'M11/39 nell'Esercito italiano all'inizio del conflitto. Fu il carro armato principale utilizzato dagli italiani per tutta la guerra. Il progetto iniziale fu influenzato dal Vickers 6-Ton britannico e si basava sul telaio modificato del precedente M11/39. La produzione dell'M11/39 fu apposta interrotta per far entrare in produzione l'M13/40. Il nome si riferisce alla "M" di medio (medio) secondo gli standard di peso dei carri armati italiani dell'epoca, 13 tonnellate era il peso previsto e il 1940 l'anno iniziale di produzione. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
Created in the early 1930s to provide the Italian army with a large-scale light tank, the L3 remained at the forefront of armored units until 1941. Although it played an important role only in the fighting of the Ethiopian campaign and the Spanish Civil War. The "sardine box" later was limited to anti-partisan combat and support of occupation troops after the difficult start of World War II. Produced in large numbers in view of the country's industrial capacity in the 1930s, about 2,000 were made from 1933 until 1938, when production ceased.
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