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La contaminazione dei suoli, delle acque freatiche, dei sedimenti, delle acque superficiali e dell'aria è uno dei maggiori problemi a cui sta andando incontro il mondo industrializzato. Laproduzione su vasta scala di una varietà di composti chimici sta causando il deterioramento della qualità ambientale. La necessità dirisanare siti contaminati ha portato allo sviluppo di nuove tecnologie volte alla distruzione deicomposti inquinanti. Una di queste tecniche, il biorisanamento, utilizza il potenziale metabolicodei microrganismi al fine di decontaminare ambienti inquinati.In questo saggio, l'autore, Adriano Sofo, biotecnologo presso l'Università degli Studi dellabasilicata, ha come obiettivo quello di fornire lo stato dell'arte sugli studi recenti riguardanti lepopolazioni microbiche di particolare interesse per il biorisanamento. Il libro riporta gli esempi più recenti e le applicazioni delle tecniche molecolari utili per il biorisanamento di siti inquinati.
L'uomo come persona inserita in contesti culturali e sociali pervasi dai cambiamenti che riguardano tutti i settori si trova di fronte patrimoni ideologici che perdono di consistenza.La scuola assume un ruolo importante di spazio e crocevia per la formazione di una coscienza etica e civile di una società.Ma tale crocevia non si deve risolvere in una mera trasmissione di saperi che diano un'immagine di scuola improduttiva, deve piuttosto scoprire una natura antidogmatica ed antiautoritaria di formazione permanente.La realtà naturale non è li solo per essere osservata e catalogata, come se fosse un gigantesco libro da cui estrapolare il testo. La realtà deve essere scoperta, decodificata ed interpretata.L'ambiente visibile viene smontato e rimontato, scoperto e riscoperto per diventare campo di esperienze partecipative e creative.La scuola offre il proprio contributo in questo processo.
Nella società in cui viviamo, l'educazione e i temi ad essa connessa sono una delle questioni di cui si discute maggiormente e coinvolge sia gli adulti sia i bambini, in vari ambiti.La famiglia, all'interno del processo formativo, occupa un ruolo principale, ma non bisogna, sicuramente, sottovalutare l'attività svolta all'interno delle scuole, da parte del personale docente ma più in generale dall'intero sistema scuola, che caratterizza e assorbe buona parte dei primi anni di vita e di formazione dei bambini.La scuola ha un ruolo principale nel processo formativo del bambino, infatti essa è il luogo in cui si può e si deve parlare di tematiche sociali/ecologiche di rilievo senza dimenticare la programmazione classica.
In un mondo come quello odierno, caratterizzato da un¿enorme capacità di autodistruzione, imparare a vivere insieme rappresenta, forse, uno dei maggiori problemi dell¿educazione.E' perciò necessario concepire un¿educazione che contribuisca a prevenire i conflitti e/o ad affrontarli pacificamente, sollecitando e sostenendo il rispetto verso l¿altro: una nuova pedagogia.Un insegnamento capace di valorizzare la persona nella sua interezza e di favorirne gli apprendimenti anziché mortificarla ed ostacolarla, deve prendere vita all'interno di una relazione improntata alla stima ed alla comprensione: in tal modo può contribuire alla costruzione di un'identità solida e serena, ricca di armonia e di equilibrio interiore.
Le motivazioni di questo lavoro sono legate, da un lato, alle esperienze personali e professionali nella formazione docente; dall'altro, alla necessità di approfondire tematiche essenziali del fare scuola come la stretta relazione esistente tra identità e territorio che rivestono una dimensione trasversale, capace di intrecciare emozioni, sentimenti, idee, azioni.Le scienze umane, nelle recenti evoluzioni, in generale, e negli studi prevalentemente di psicologia e pedagogia, in particolare, hanno messo in risalto la forte valenza formativa, per lo sviluppo e l'apprendimento delle nuove generazioni, dell'attività progettuale e laboratoriale essendo queste considerate elementi trainanti dei processi di maturazione cognitiva, affettiva, comunicativa, relazionale e sociale.
Quasi quattro cittadini europei su quattro vivono in città.La loro qualità della vita dipende in gran parte dalla qualità del verde urbano.Le aree urbane in Europa devono fare i conti con un gran numero di questioni ambientali; sebbene la scala e l'intensità dei problemi vari da città a città, può essere identificato un set comune di emergenze: scarsa qualità dell'aria, alti volumi di traffico e congestione, elevati livelli di rumore ambientale, cambiamenti climatici con correlata necessità di adattamento, produzione di grandi volumi di rifiuti e di acque reflue, degrado diffuso, espansione irregolare e incontrollata delle aree urbanizzate, scarsità di aree per lo sport e lo svago, bassa qualità delle aree verdi.Tutte queste questioni costituiscono vere e proprie sfide ambientali e hanno come conseguenza impatti significativi sulla qualità della vita e sulle performance economiche delle città.
Il presente lavoro, affronta il problema della scarsità della risorsa più importante per la sopravvivenza dell'uomo...l'acqua!L'uomo per capire che questa risorsa non è presente nel mondo in quantità illimitate deve iniziare a riflettere sulla sua importanza e capire che in molte occasioni, direi in tutte, viene sprecata.Probabilmente sarebbe utile prendere spunto dagli abitanti del nostro territorio, che già da oltre un milione di anni fa, avevano ideato tecniche per la raccolta e la conservazione dell'acqua.Oltre a capire quali tecniche possono essere impiegate in ambito urbano e non per il risparmio idrico, è altrettanto importante effettuare un lavoro educativo, sugli adulti ma soprattutto sui bambini.
Nella nostra società, l'insegnamento dell'educazione ambientale nella scuola primaria non ha ancora raggiunto una connotazione specifica, mantenendo un carattere disciplinare trasversale come emerge dalle nuove Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione, in cui riferimenti a tale disciplina si ritrovano nei programmi didattici di geografia e scienze.L. Mortari parla di un'identità incerta e questo non facilita la sua crescita, sia come pratica che come ricerca.Inoltre, il ruolo della natura nell'educazione, il diretto contatto con essa, non viene ancora riconosciuto come prassi didattica indispensabile per favorire nei bambini uno sviluppo ottimale dei sensi e della creatività, facilitando così l'apprendimento e la conoscenza del mondo che ci circonda.La manualità e la motricità sono i motori principali per scoprire e comprendere ogni cosa.
L'educazione alimentare è un disciplina scientifica usata sia come strumento di prevenzione e promozione della salute sia come materia di insegnamento didattico. Questa doppia funzione è dovuta alla varietà delle tematiche abbracciate da questa dottrina e all'impatto che essa può avere sui comportamenti alimentari della popolazione, quindi sul suo stato di salute. Per questo essa è una materia molto importante, al pari della matematica e delle lettere: se non si è capaci di leggere, scrivere e contare non è facile orientarsi nel mondo, così come non si avrà certo vita facile e buona salute senon si è capaci di mangiare bene e se non si conosce ciò che si mangia.
Fare la raccolta differenziata, consumare in modo più ragionevole, evitare gli sprechi di cibo ed energia, tutto questo non significa rinunciare ma accrescere il proprio livello di benessere e aiutare l'ambiente.Nelle pagine che seguono dopo aver illustrato per sommi capi i vari problemi che affliggono il nostro pianeta e come e perché è nata l'Educazione Ambientale, dedicherò ampio spazio ai contributi dati nel tempo, in particolar modo dalla psicologia sociale, a questa materia interdisciplinare. Alla base dei vari problemi ambientali o ecologici vi sono i comportamenti umani, i quali sono accompagnati e guidati dai relativi pensieri, sentimenti, atteggiamenti e valori. Per questo motivo, da più di trent'anni gli psicologi stanno dedicando attenzione alle questioni ecologiche attraverso numerose attività di ricerca in questo campo. Gran parte di tale ricerche sono state pubblicate su riviste internazionali e quindi poco note in Italia.
Il primo summit sull'ambiente e lo sviluppo sostenibile della Terra si è tenuto a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno del 1992 e nei ventitre anni che ci separano da quella data la politica mondiale ha cominciato a ragionare non più solo in termini di bisogno di limitare gli effetti di alcune minacce ambientali (si pensi al cambiamento climatico, alla desertificazione, all'esaurimento delle risorse, alla perdita della biodiversità) ma anche di promozione di nuove forme di sviluppo e di benessere sociale ed economico, collegate a un uso più efficiente ed equo delle risorse.Alla luce di tali emergenti interessi l'educazione ambientale, da sempre considerata leva strategica per le politiche dello sviluppo sostenibile, è divenuta educazione alla cittadinanza consapevole.Educare all'ambiente e per l'ambiente è senza dubbio un investimento che guarda al futuro e alla sopravvivenza e benessere delle popolazioni che abitano il Pianeta.
Le fattorie didattiche stanno dando una risposta a esigenze sociali ed educative: si fondano sul bisogno di agricoltura della nostra società.Uno degli scopi essenziali di questo testo consiste nell'analizzare i numerosi studi e ricerche che hanno affermato ormai da molto tempo e ribadiscono sempre più l'importanza, per l'uomo e in particolare per il bambino, dell'instaurare un rapporto precoce e corretto con la natura, gli animali, il mondo rurale e tutto quello che ne consegue. Un altro scopo è quello di approfondire la conoscenza in merito alle fattorie didattiche; capire il perché del successo che stanno riscuotendo in termini educativi e formativi fino a divenire vere e proprie agenzie educative, aule all'aperto: luoghi di incontro tra agricoltori, ragazzi, insegnanti e adulti. Infine, sono descritti alcuni percorsi didattici, giochi e laboratori da svolgere in fattoria con bambini e ragazzi di ogni grado scolastico.
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