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Questo libro ripercorre la vita di Rosolino Pilo, uno dei protagonisti della rivoluzione siciliana del 1848. Grazie alla sua approfondita ricerca storica, l'autore fornisce una descrizione dettagliata delle vicende che portarono alla nascita di uno dei primi grandi movimenti rivoluzionari dell'Italia moderna.This work has been selected by scholars as being culturally important, and is part of the knowledge base of civilization as we know it.This work is in the "public domain in the United States of America, and possibly other nations. Within the United States, you may freely copy and distribute this work, as no entity (individual or corporate) has a copyright on the body of the work.Scholars believe, and we concur, that this work is important enough to be preserved, reproduced, and made generally available to the public. We appreciate your support of the preservation process, and thank you for being an important part of keeping this knowledge alive and relevant.
Dopo l'infelice giornata di Custoza, Brescia, ritornata colla Lombardia sotto l'austriaco reggimento, o per meglio dire sotto la militare licenza, aveva serbato il più austero, il più dignitoso contegno. Mesi lunghi e lentissimi corsero per quella generosa città dall'agosto 1848, al marzo 1849, se si pensi che l'un di più che l'altro crescevano i motivi all'odio contro i truculenti generali dell'Austria, e la baldanza a questi e la disperazione d'ogni indugio; e più ancora se si consideri che molti incitamenti e d'uomini e di circostanze rinfuocavano le speranze e irritavano l'impazienza dei popoli.
«Giova ricordare gli esempi della virtù popolare: così si insegna ad imitarli.» Con animo veramente commosso ci accingiamo a narrare la storia di que' generosi Toscani, che, corsi nel 1848 ne' campi lombardi, mostrarono a Curtatone, a Montanara, alle Grazie, di che fossero ancora capaci le genti italiane, malgrado che tre secoli di schiavitù avessero congiurato a snervare ogni braccio, a soffocare nei petti ogni sentimento di patria. Erano pochi, adolescenti appena, usciti allora allora dai collegi, dalle famiglie, male forniti d'armi, eppure stettero saldi alla tenzone, non fuggirono innanzi ad un nemico fortissimo per numero, per posizioni, per argomenti di guerra.
Nell'immensa agitazione ingenerata in tutto il mondo civile dalla rivoluzione francese del 1789, rinveniamo la prima sorgente dei moti italiani. Sopra ogni altro paese d'Europa, la patria nostra doveva da quella commozione essere profondamente scossa; imperocchè ivi gli ingegni erano più sottili e svegliati, la civiltà più antica, i grandi scrittori più numerosi, e più vive da un lato le gloriose memorie del vivere libero, dall'altro le dolorose vestigia dell'ignominiosa schiavitù patita da circa tre secoli, cioè dal giorno in cui Carlo V, corso alla chiamata di Clemente VII, soffocava quella libertà che aveva vita in Firenze, e ribadiva le catene apprestate dalla tirannide forest...
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