Gjør som tusenvis av andre bokelskere
Abonner på vårt nyhetsbrev og få rabatter og inspirasjon til din neste leseopplevelse.
Ved å abonnere godtar du vår personvernerklæring.Du kan når som helst melde deg av våre nyhetsbrev.
Questo volume propone una rivoluzionaria e articolata lettura iconologica del dipinto "Parhelion" o "Vädersolstavlan" conservato nella cattedrale di Stoccolma ("Storkyrkan") ed eseguito nel 1636 dal pittore di Corte Jacob Heinrich Elbfas come copia di un quadro realizzato un secolo prima su ordine del predicatore luterano Olaus Petri a corredo dei propri sermoni, e raffigurante un parelio che apparve nei cieli sopra Stoccolma il 1° aprile 1535, durante il regno di Gustav I Vasa, sovrano che abbracciò ufficialmente il luteranesimo nel 1527. Le accurate indagini di Gianna Pinotti rivelano che dietro l'antica e ammonitoria iconografia luterana del 1535 ripresa dal pittore Jacob Heinrich Elbfas si cela la configurazione astrologica del 20 aprile 1636 che aprirebbe la porta ai segreti di una proteiforme immagine contenente un sincretismo dottrinale riconducibile al pensiero del mistico, runologista e cabalista Johannes Bureus (1568-1652), bibliotecario reale e archeologo del Regno di Svezia, che nel 1636, esaminando l'antica opera ammalorata, avrebbe avuto modo di concepire il nuovo progetto iconografico elaborando una monade celeste che avrebbe fatto da ponte tra Riforma luterana ed esoterismo Gotico, in un contesto culturale dai forti interessi astrologici ed ermetici, durante la Guerra dei Trent'anni e in piena rivoluzione scientifica, quando la Svezia stava plasmando la propria identità di grande Nazione, sotto il regno di Gustav II Adolf. Astrologia, cosmologia, magia, cabala, alchimia, runologia fuse in una icona dall'indiscusso fascino che, parlando il linguaggio della Sapienza universale, assurge a nuova importanza nell'ambito della storia della Svezia moderna.
Abonner på vårt nyhetsbrev og få rabatter og inspirasjon til din neste leseopplevelse.
Ved å abonnere godtar du vår personvernerklæring.