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Ave, o rima! Con bell'arte Su le carte Te persegue il trovadore; Ma tu brilli, tu scintilli, Tu zampilli Su del popolo dal cuore.
Ah per te Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, La chiave abomini grata a i pudichi, Agogni a l¿aere de¿ luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n¿andrai. Dove un ricovero trovar potrai, O de¿ miei giovini lustri diletto, O mio carissimo tenue libretto?
Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. Ma noi amiamo e desideriamo il vero in tutto e per tutto: noi, abborrendo dalle comode declamazioni, crediamo non si possa comprendere in un odio e uno spregio sistematico tutto intero un secolo, tutta intera una letteratura, senza dissimulare molti fatti, senza sforzare molte illazioni, senza falsare molti giudizi; e, quando procedesi con buona fede ...
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