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Bøker av Giovanni Verga

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  • av Giovanni Verga
    205

    The stories of Giovanni Verga (1840-1922) are wonderful evocations of ordinary Italian life, focusing in particular on his native Sicily. In an original and dynamic prose style, he portrays such eternal human themes as love, honour and adultery with rich and colourful language. The inspiration for Mascagni's opera, 'Cavalleria Rusticana' depicts a young man's triumphal return home from the army, spoilt when he learns that his beloved is engaged to another man. Verga's acute awareness of the hardships and aspirations of peasant life can be seen in stories such as 'Nedda', 'Picturesque Lives' and 'Black Bread', while others such as 'The Reverend' and 'Don Licciu Papa' show the dominance of the church and the law in the Sicilian communities he portrays so vividly.

  • Spar 13%
    av Giovanni Verga
    186,-

  • av Giovanni Verga
    232,-

  • av Giovanni Verga
    413

    Un racconto ambientato in Sicilia, tra i vicoli del paese di Adernò, che descrive le avventure del simpatico Don Candeloro, il quale, con la giusta dose di astuzia e un pizzico di fortuna, riesce sempre ad uscire indenne dalle varie situazioni in cui si imbatte.This work has been selected by scholars as being culturally important, and is part of the knowledge base of civilization as we know it.This work is in the "public domain in the United States of America, and possibly other nations. Within the United States, you may freely copy and distribute this work, as no entity (individual or corporate) has a copyright on the body of the work.Scholars believe, and we concur, that this work is important enough to be preserved, reproduced, and made generally available to the public. We appreciate your support of the preservation process, and thank you for being an important part of keeping this knowledge alive and relevant.

  • av Giovanni Verga
    601,-

    Allorché Paolo era arrivato a Milano colla sua musica sotto il braccio - in quel tempo in cui il sole splendeva per lui tutti i giorni, e tutte le donne erano belle - avea incontrato la Principessa: le ragazze del magazzino le davano quel titolo perché aveva un visetto gentile e le mani delicate; ma soprattutto perch'era superbiosetta, e la sera, quando le sue compagne irrompevano in Galleria come uno stormo di passere, ella preferiva andarsene tutta sola, impettita sotto la sua sciarpetta bianca, sino a Porta Garibaldi. Così s'erano incontrati con Paolo, mentre egli girandolava, masticando pensieri musicali, e sogni di giovinezza e di gloria - una di quelle sere beate in cui si sentiva t...

  • av Giovanni Verga
    333

    Verso le quattro di una fra le ultime notti del carnevale, la marchesa Alberti, seduta dinanzi allo specchio, e alquanto pallida, stava guardandosi con occhi stanchi e distratti, mentre la cameriera le acconciava i capelli per la notte. «Che rumore è cotesto?» domandò dopo un lungo silenzio. «La carrozza del signor marchese.» «Cosí presto!» mormorò essa soffocando uno sbadiglio. La cameriera era per chiudere l'uscio del salottino che metteva nelle stanze del marchese, allorché entrò bruscamente un uomo in abito da maschera, col passo malfermo, e il riso scuro. «Cecilia dorme?» domandò senza fermarsi. «L'ho lasciata or ora, signor marchese» rispose la cameriera mal dissimulando la so...

  • av Giovanni Verga
    333

    I Malavoglia

  • av Giovanni Verga
    252

  • - Scene Popolari
    av Giovanni Verga
    203 - 387,-

    This work has been selected by scholars as being culturally important, and is part of the knowledge base of civilization as we know it.This work is in the "public domain in the United States of America, and possibly other nations. Within the United States, you may freely copy and distribute this work, as no entity (individual or corporate) has a copyright on the body of the work.Scholars believe, and we concur, that this work is important enough to be preserved, reproduced, and made generally available to the public. We appreciate your support of the preservation process, and thank you for being an important part of keeping this knowledge alive and relevant.

  • av Giovanni Verga
    245

    No, neanche la punta di un dito. Adesso è storia vecchia... e anche triste!... Non ci siamo neppur detto di amarci... quello che si chiama amare... Mi piaceva assai, ecco. Andavo da per tutto dove sapevo d'incontrarla, alla Villa, al Sannazzaro, al concerto serale dello Châlet. Mi sentivo battere il cuore e inciampavo nelle seggiole appena scorgevo da lontano i nastri rossi del suo cappellino. Mi rassegnavo al cipiglio e all'accoglienza glaciale del Comandante, solo per vedere i begli occhi grigi di lei che mi cercavano nella folla. Essa mi salutava con un sorriso appena accennato: sapete, quel sorriso che vedete soltanto voi, quella fiamma lieve e rapida che illumina a un tratto un bel v...

  • av Giovanni Verga
    245

    Eccovi una narrazione - sogno o storia poco importa - ma vera, com'è stata e come potrebbe essere, senza retorica e senza ipocrisie. Voi ci troverete qualcosa di voi, che vi appartiene, che è frutto delle vostre passioni, e se sentite di dover chiudere il libro allorché si avvicina vostra figlia - voi che non osate scoprirvi il seno dinanzi a lei se non alla presenza di duemila spettatori e alla luce del gas, o voi che, pur lacerando i guanti nell'applaudire le ballerine, avete il buon senso di supporre che ella non scorga scintillare l'ardore dei vostri desideri nelle lenti del vostro occhialetto - tanto meglio per voi, che rispettate ancora qualche cosa. Però non maledite l'arte che è ...

  • av Giovanni Verga
    293 - 427,-

  • av Giovanni Verga
    245

    Il Barone, dal viso bonario, un po' rustico, reso burbero dalle avversità, sta accendendo le candele della lumiera, salito su di una vecchia seggiola di cucina, in maniche di camicia, ma già in cravattone bianco per la cerimonia. La giubba, di taglio antico, come tutto il suo vestiario, è buttata sul canapè. Sidoro, insaccato in una vecchia livrea, coi calzoni lunghi color nocciola, raso di fresco,ma coi capelli irti ed indocili malgrado l'unto, più arcigno del solito in grazia della solennità, aiuta goffamente il padrone. Nardo e Luciano stanno a guardare dall'uscio in fondo, aspettando...

  • av Giovanni Verga
    245

    Il cavalier Falconi dal viale di sinistra, e Tonio dal padiglione.

  • av Giovanni Verga
    245

    Avevo visto una capinera chiusa in gabbia: era timida, triste, malaticcia ci guardava con occhio spaventato; si rifuggiava in un angolo della sua gabbia, e allorché udiva il canto allegro degli altri uccelletti che cinguettavano sul verde del prato o nell'azzurro del cielo, li seguiva con uno sguardo che avrebbe potuto dirsi pieno di lagrime. Ma non osava ribellarsi, non osava tentare il rompere il fil di ferro che la teneva carcerata, la povera prigioniera. Eppure i suoi custodi, le volevano bene, cari bambini che si trastullavano col suo dolore e le pagavano la sua malinconia con miche di pane e con parole gentili. La povera capinera cercava rassegnarsi, la meschinella; non era cattiva;...

  • av Giovanni Verga
    245

    La corte di una vecchia casa. A destra la tromba del pozzo, a sinistra la porta di un magazzino, in fondo il portico e l'androne. Sotto il portico, a destra, l'uscio a vetri della portineria, a sinistra la scala, in mezzo il cancello dell'androne. Al di là del cancello, a destra, l'uscio per cui si entra in portineria, in fondo la porta che dà sulla strada. Sull'imbrunire. Nella via passa di tanto in tanto della gente, e cominciano ad accendere i lampioni. Si ode la Luisina strillare: Secolo! Pungolo! Corriere della sera! SCENA I Giuseppina e Luisina. GIUSEPPINA (attraversando il portico, dalla sinistra, e chiamando verso la portineria). Ehi, Màlia, è ora di accendere il gas. LUISINA...

  • av Giovanni Verga
    245

  • av Giovanni Verga
    245

    Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, come tornò da fare il soldato, ogni domenica si pavoneggiava in piazza coll'uniforme da bersagliere e il berretto rosso, che sembrava quella della buona ventura, quando mette su banco colla gabbia dei canarini. Le ragazze se lo rubavano cogli occhi, mentre andavano a messa col naso dentro la mantellina, e i monelli gli ronzavano attorno come le mosche. Egli aveva portato anche una pipa col re a cavallo che pareva vivo, e accendeva gli zolfanelli sul dietro dei calzoni, levando la gamba, come se desse una pedata. Ma con tutto ciò Lola di massaro Angelo non si era fatta vedere né alla messa, né sul ballatoio, ché si era fatta sposa con uno di Lico...

  • av Giovanni Verga
    245

    Dirò come mi sia pervenuta questa storia, che convenienze particolari mi obbligano a velare sotto la forma del romanzo. Verso la metà di novembre avevamo progettato una partita di campagna con Consoli e Pietro Abate. Il 14, con una bella giornata, noi eravamo sulla strada di Aci. Verso Cannizzaro un elegante calesse signorile oltrepassò la nostra modesta carrozza da nolo. Giammai si è tanto umiliati dal contrasto come in simili casi. Consoli, ch'era forse il più matto della compagnia, gridò al cocchiere: «Dieci lire se passi quel calesse!». Il cocchiere frustò a sangue le rozze, che cominciarono a correre disperatamente, facendoci sbalzare in modo da esser sicuri di ribaltare; e sicc...

  • av Giovanni Verga
    245

    FERDINANDO. La riverisco, cara signora Emilia. Buon giorno. Maria. EMILIA. Oh, ecco qui il Dottor Ferdinando che ci reca qualche notizia. Non sedete un momento? FERDINANDO. Cercavo il sig. Montalti. EMILIA. È uscito poco fa. FERDINANDO. Non per andare in piazza ad aspettare l'esito della votazione, ne sono sicuro! EMILIA. Oh, tutt'altro! È così agitato quel povero Prospero! Ma accordateci almeno cinque minuti (invitandolo a sedere sul canapé). Il caffé pel dottor Ferdinando, Maria! (siedono). MARIA. Subito, mamma (esce). EMILIA. A voi, sig. Ferdinando, che ci dite? FERDINANDO. Buone nuove, ottime nuove! Lodato sia il Signore! (inchinando il capo). EMILIA. Credete che riusciremo? ...

  • av Giovanni Verga
    245

    Don Candeloro era proprio artista nel suo genere: figlio di burattinai, nipote di burattinai - ché bisogna nascerci con quel bernoccolo - il suo pane, il suo amore, la sua gloria erano i burattini. - Non son chi sono se non arrivo a farli parlare! - diceva in certi momenti di vanagloria come ne abbiamo tutti, allorché gli applausi del pubblico gli andavano alla testa, e gli pareva di essere un dio, fra le nuvole del palcoscenico, reggendo i fili dei suoi ¿personaggi¿. Per essi non guardava a spesa. Li perfezionava, li vestiva sfarzosamente, aveva ideato delle teste che movevano occhi e bocca, studiava sugli autori la voce che avrebbe dovuto avere ciascuno di essi, Almansore o Astiladoro....

  • av Giovanni Verga
    245

    Nanni Lasca, da ragazzo, non si rammentava altro: suo padre, compare Cosimo, che tirava la fune della chiatta, sul Simeto, con Mangialerba, Ventura e l'Orbo; e lui a stendere la mano per riscuotere il pedaggio. Passavano carri, passavano vetturali, passava gente a piedi e a cavallo d'ogni paese, e se ne andavano pel mondo, di qua e di là del fiume. Prima compare Cosimo aveva fatto il lettighiere. E Nanni aveva accompagnato il babbo nei suoi viaggi, per strade e sentieri, sempre coll'allegro scampanellìo delle mule negli orecchi. Ma una volta, la vigilia di Natale - giorno segnalato - tornato a Licodia colla lettiga vuota, compare Cosimo trovò al Biviere la notizia che sua moglie stava pe...

  • av Giovanni Verga
    245

    Camilla picchiò all'uscio, mentre i genitori stavano per andare a letto, e disse: - Elena è fuggita. Don Liborio rimase collo stivaletto in mano, sbalordito. Poscia andò ad aprire zoppicando, pallido come un morto. La figliuola, colla sua voce calma di ragazza clorotica, ripeté tranquillamente: - L'ho cercata dappertutto. Non c'è più. Allora la mamma si rizzò a sedere sul letto e cominciò a strillare: - M'hanno rubata mia figlia! m'hanno rubata mia figlia! - Taci! le disse suo marito. Non gridare così, ché i vicini sentono! Il pover'uomo, tutto sottosopra, ancora mezzo scalzo, colla camicia che gli si gonfiava al pari di una gobba fra la croce degli straccali, andò ad accendere un'a...

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    245

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  • av Giovanni Verga
    2 599,-

    I ricordi del Capitano d'Arce è una novella di Giovanni Verga.

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