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Mamma mia, «Iersera, appena, ricevetti la tua buona e bella lettera. «Non dubitarne, per me il tuo grande carattere non ha segreti; anche quando non so decifrare una parola, comprendo o mi pare di comprendere ciò che tu volesti facendo camminare a quel modo la penna. Rileggo molte volte le tue lettere; tanto semplici, tanto buone, somigliano a te; sono tue fotografie. «Amo la carta persino sulla quale tu scrivi! La riconosco, è quella che spaccia il vecchio Creglingi, e, vedendola, ricordo la strada principale del nostro paesello, tortuosa ma linda. Mi ritrovo là ove s'allarga in una piazza nel cui mezzo sta la casa del Creglingi, bassa e piccola, col tetto in forma di cappello calabre...
La tribù s'era fermata. Aveva trovato in mezzo al deserto un vasto paese ricco d'acqua, di prati e d'alberi, e, involontariamente, senza che nessuno lo proponesse, invece di farvi una delle solite soste fugaci, aveva messo radice in quel paradiso, era stata avvinghiata dalla terra e non aveva più saputo staccarsene. Pareva fosse giunta a quel grado superiore di evoluzione che esclude la vita nomade; riposava della marcia secolare. Le tende lentamente si mutarono in case; ogni membro della tribù divenne proprietario.Corsero gli anni. Alì, un guerriero inquieto, refrattario alla nuova vita, sellò il cavallo e galoppò da una parte all'altra di quello ch'egli s'ostinava di chiamare acca...
EMMA, vestita tutta di nero, lavora al tavolino su un panno anch'esso nero. ANNA pur essa vestita di nero guarda dalla finestra. Poi RITA. ANNA (urla) Rita! Rita! Ma vieni dunque. (Si sporge per veder meglio.) Presto! Presto! Oh, la maledetta bestia! Li ha già tutti in bocca. È finita. (Va velocemente verso la porta di fondo, ma prima di arrivarci s'arresta.) Già non arrivo in tempo. (Ritorna alla finestra.) Povere bestiole! La colpa è mia, tutta mia. RITA Lei mi chiamava? ANNA È da un'ora che grido e ti chiamo e tu arrivi qui con quell'aria melensa. In giardino a quest'ora c'è la pace. Sono stati divorati tutti. RITA Divorati? Chi? ANNA (quasi piangendo). Gli uccellini. I poveri pa...
ALBERTO che dorme su di una ottomana, GIULIA e GIORGIO GIULIA (a Giorgio che entra). Pst! Piano, che dorme! GIORGIO Te l'avevo detto io che non c'era da impensierirsi! Eccolo là che dorme e il rimorso di aver tolto a te il sonno di una notte intera non lo inquieta punto. GIULIA Non ne ha colpa. Per distrazione ha perduto due treni. Telegrafò subito, ma per un caso malaugurato il dispaccio mi venne consegnato soltanto pochi minuti fa. GIORGIO Due treni ha perduto e i suoi dispacci da Firenze ci mettono ventiquattr'ore? Sono cose che non toccano che a lui! Fammi vedere il dispaccio! GIULIA L'ho gettato via. GIORGIO Perché non indirizzare un reclamo all'ufficio telegrafico? Io non toll...
Mario Samigli era un letterato quasi sessantenne. Un romanzo ch¿egli aveva pubblicato quarant¿anni prima, si sarebbe potuto considerare morto se a questo mondo sapessero morire anche le cose che non furono mai vive. Scolorito e un pö indebolito, Mario, invece, continuò a vivere per tanti anni di certa vita lemme lemme com¿era consentita da un impieguccio che gli dava non molti fastidi e un piccolissimo reddito. Una tale vita è igienica e si fa ancora più sana se, come avveniva da Mario, è condita da qualche bel sogno. Alla sua età egli continuava a considerarsi destinato alla gloria, non per quello che aveva fatto né per quello che sperava di poter fare, ma così, perché un¿inerzia grande...
ELVIRA Vuoi dire il Signor Lorenzo? LORENZO Signora, come sta? (Le bacia la mano.) ELVIRA Si potrebbe star meglio di molto... LORENZO In quanto a salute mi pare che stia benissimo. La vedo rossa e bianca come un fiore. ELVIRA Piú bianca però che rossa nevvero? E lei signor Migliori? LORENZO Io sto benone. ELVIRA Beato lei! LORENZO Cosa le manca da farla sospirare a questo modo? ELVIRA Nulla, si diventa vecchi. È già un male. LORENZO È peggio però esserlo che diventarlo. Io non sospiro piú già da lungo tempo. ANNA Ed hai fatto un bel viaggio? LORENZO Non c'è male. Ho avuto un poco di scirocco nel Quarnero che mi ha rimescolato le budella, del resto tempo ammirabile. ELVIRA A le...
Vieux garçon, Emilio vit en petit bourgeois avec sa soeur Amélie, ellemême vieille fille. Emilio rencontre la jeune et belle Angiolina, et malgré ses calculs, sa prudence égoïste, il ne tarde pas à éprouver tous les tourments de la passion. Passion d'autant plus douloureuse qu'elle ne cesse de s'analyser et qu'elle ne s'illusionne pas sur la coquetterie, les mensonges et la vénalité d'Angiolina. Au drame d'Emilio s'ajoute, comme par une sorte de contrecoup, celui de la pauvre Amélie qui s'éprend chimériquement d'un ami de son frère, l'avantageux sculpteur Stefano. Amours tardives: les coeurs trop longtemps frustrés ou économes s'en affolent ou s'y épuisent. Double roman où, par la force de la lucidité, la pitié rejoint la cruauté.
«La Conscience de Zeno» est le roman d'une vie. Non pas un journal intime, mais une confession. La confession tardive d'un homme âgé, Zeno Cosini, paisible rentier de la Trieste austrohongroise de la fin du XIXe siècle qui s'interroge sur sa vie, ses actes et leur motivation, pour l'instruction et sur le conseil de son médecin psychanalyste. Cette psychanalyse sera un échec, mais cette profonde introspection lui permettra au bout du compte de vivre en paix avec luimême.
A newly translated collection of fiction by the influential Italian modernist, continuing on his landmark work Zeno''s Conscience.A Very Old Man collects five linked stories, parts of an unfinished novel that the great Triestine Italo Svevo wrote at the end of his life, after the international success of Zeno’s Conscience in 1923. Here Svevo revisits with new vigor and agility themes that fascinated him from the start—aging, deceit, and self-deception, as well as the fragility, fecklessness, and plain foolishness of the bourgeois paterfamilias—even as memories of the recent, terrible slaughter of World War I and the contemporary rise of Italian fascism also cast a shadow over the book’s pages. It opens with “The Contract,” in which Zeno’s manager, the hardheaded young Olivi, expresses, like the war veterans who were Mussolini’s early followers, a sense of entitlement born of fighting in the trenches. Zeno, by contrast, embodies the confusion and paralysis of the more decorous, although sleepy, way of life associated with the onetime Austro-Hungarian Empire which for so long ruled over Trieste but has now been swept away. As always, Svevo is attracted to the theme of how people fail to fit in. It is they, he suggests, who offer a recognizably human countenance in a world ravaged by the ambitions and fantasies of its true believers.
Il protagonista del romanzo Zeno Cosini racconta in prima persona sei momenti significativi della sua vita, momenti che sono divenuti oggetto di un percorso di psicoanalisi intrapreso dallo stesso Zeno e poi interrotto. Il romanzo si apre, infatti, con la "finzione letteraria" che vede il fantomatico Dottor S., lo psicologo che ha in cura Zeno, affermare di pubblicare per vendetta le memorie del suo paziente dopo la decisione di quest'ultimo di interrompere anzitempo la terapia. Zeno proviene da una famiglia ricca e ha un rapporto conflittuale col padre. Tale elemento caratterizzerà le insicurezze di Zeno nell'affrontare la vita e i rapporti umani al punto da credersi malato. Anche "La Coscienza di Zeno", seguendo un filo conduttore che ha accompagnato tutta la produzione letteraria dell'autore, affronta il tema dell'inettitudine dell'uomo contemporaneo.
Vieux garçon, Emilio vit en petit bourgeois avec sa soeur Amélie, elle-même vieille fille. Emilio rencontre la jeune et belle Angiolina, et malgré ses calculs, sa prudence égoïste, il ne tarde pas à éprouver tous les tourments de la passion. Passion d'autant plus douloureuse qu'elle ne cesse de s'analyser et qu'elle ne s'illusionne pas sur la coquetterie, les mensonges et la vénalité d'Angiolina. Au drame d'Emilio s'ajoute, comme par une sorte de contrecoup, celui de la pauvre Amélie qui s'éprend chimériquement d'un ami de son frère, l'avantageux sculpteur Stefano. Amours tardives: les coeurs trop longtemps frustrés ou économes s'en affolent ou s'y épuisent. Double roman où, par la force de la lucidité, la pitié rejoint la cruauté...Sénilité (Senilità) est le second roman d'Italo Svevo, publié en 1898. L'auteur va focaliser son attention sur le monde intérieur, les pensées et les rêves de ses personnages, en structurant son oeuvre autour de leur introspection.
A saga of a family and an account of addiction and failure as its helpless hero, notionally undergoing psychiatric help, manages spectacularly to fail to give up smoking, run his business or make sense of his private life.
A playful account of one man's life in early twentieth century Trieste
The modern Italian classic discovered and championed by James Joyce, ZENO'S CONSCIENCE is a marvel of psychological insight, published here in a fine new translation by William Weaver - the first in more than seventy years. Italo Svevo's masterpiece tells the story of a hapless, doubting, guilt-ridden man paralyzed by fits of ecstasy and despair and tickled by his own cleverness. His doctor advises him, as a form of therapy, to write his memoirs; in doing so, Zeno reconstructs and ultimately reshapes the events of his life into a palatable reality for himself - a reality, however, founded on compromise, delusion, and rationalization. With cigarette in hand, Zeno sets out in search of health and happiness, hoping along the way to free himself from countless vices, not least of which is his accursed "last cigarette!" (Zeno's famously ineffectual refrain is inevitably followed by a lapse in resolve.) His amorous wanderings win him the shrill affections of an aspiring coloratura, and his confidence in his financial savoir-faire involves him in a hopeless speculative enterprise. Meanwhile, his trusting wife reliably awaits his return at appointed mealtimes. Zeno's adventures rise to antic heights in this pioneering psychoanalytic novel, as his restlessly self-preserving commentary inevitably embroiders the truth. Absorbing and devilishly entertaining, ZENO'S CONSCIENCE is at once a comedy of errors, a sly testimonial to he joys of procrastination, and a surpassingly lucid vision of human nature by one of the most important Italian literary figures of the twentieth century.
In this novel, Svevo tells the story of the amorous entanglement of Emilio, a failed writer already old at 35, and Angiolina, a seductively beautiful but promiscuous young woman. A study in jealousy and self torment, the novel is suffused with a tragic sense of existence.
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