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Il libro di Luigi Amabile ci introduce alla figura di Tommaso Campanella, pensatore, filosofo e teologo italiano. L'autore si concentra sulla fase conclusiva della vita di Campanella, quando l'intellettuale venne arrestato in Spagna, e sui documenti che scrisse in quel periodo. Un'opera importante per chi vuole approfondire la figura dello scrittore e del filosofo calabrese.This work has been selected by scholars as being culturally important, and is part of the knowledge base of civilization as we know it.This work is in the "public domain in the United States of America, and possibly other nations. Within the United States, you may freely copy and distribute this work, as no entity (individual or corporate) has a copyright on the body of the work.Scholars believe, and we concur, that this work is important enough to be preserved, reproduced, and made generally available to the public. We appreciate your support of the preservation process, and thank you for being an important part of keeping this knowledge alive and relevant.
I. Si conosce oramai per documenti essere il Campanella nato in Stilo, il 5 7bre 1568, da Geronimo e Caterina Martello, ed essere stato battezzato col nome di Gio. Domenico, il 12 7bre, nella Chiesa di S. Biagio al Borgo, che le scritture dell'Archivio di Stato ci rivelano a que' tempi una delle cinque Chiese parrocchiali della città, oggi ridotte a tre. Coloro i quali poterono consultare i libri della detta parrocchia, che furono poi dispersi col sacco dato a Stilo da' briganti il 29 agosto 1806, assicurano di avervi letto questo brano: «A 12 settembre 1568. Battezato Giovan Domenico Campanella figlio di Geronimo, e Catarinella Martello nato il giorno cinque, da me D. Terentio Romano Par...
I. Al declinare del giorno 8 novembre 1599, le quattro galere provenienti dalla Calabria giungevano in vista di Napoli, e poco dopo un battello spiccavasi dal Regio «tarcenale», come allora si diceva, ed andava ad incontrarle. Nella sera, all'entrare in porto, dalle antenne di ciascuna galera si vide spenzolare un uomo appiccato, e due altri si videro squartare in mezzo alle galere medesime, «per spavento del populo di questa città, concorso in numero infinito alla fama di questi funesti spettacoli» . L'indomani, i carcerati venivano sbarcati e rinchiusi parte nel Castel nuovo e parte nel Castello dell'uovo.
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