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L'opera di Nikolaj Leskóv è un'indagine dell'animo umano condotta sul campo e senza mediazioni, dove ciò che maggiormente interessa l'autore sono i tipi umani estremi, quelli che più si discostano dalla aurea mediocritas. Leskóv considerava Gogol' suo maestro, e le Anime morte, con la sua galleria di personaggi, il vangelo russo. 'Leskóv, in un certo senso, si sforza di continuare le ricerche di Gogol'', scrive Ejchenbàum nel 1956.
In questo volume vengono accostate due opere di Leskóv in apparenza lontane tra loro. La prima, L¿angelo sigillato, è un racconto del 1873 e ha per tema le vicissitudini di un gruppo di vecchiocredenti1. La seconda, L¿ebreo in Russia, è un saggio del 1883 sull¿antisemitismo. Che cosa le accomuna? Leskóv conduce un¿esistenza ai margini: della società, della letteratura, della politica. Educato all¿onestà e alla modestia, autodidatta, il suo talento artistico viene scoperto per caso, da un conoscente del suo datore di lavoro Scott, a cui sono capitate in mano per caso lettere di lavoro, relazioni da zone sperdute dell¿impero russo inviate da Leskóv. Da questo primo lettore casuale sono venuti i consigli a impegnarsi nella letteratura, e quindi i primi racconti.
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