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  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    427,-

    Uno studio obiettivo dell'utilizzo dei gas da parte del Regno d'Italia nel corso del conflitto italo etiopico del 1935- 1936 si scontra con due ostacoli opposti: il negazionismo totale da parte della storiografia di destra e l'esagerazione acritica da parte di quella progressista oggi predominante, che al contrario attribuisce all'uso dei gas un'importanza decisiva per l'esito del conflitto oltre che un carattere politico. Le armi chimiche- iprite e fosgene- vennero usate tanto sul Fronte Nord che sul Fronte Sud, per un totale di 132 azioni di Sbarramento C (C per chimico), che costituirono il 2,7 % dell'attività bellica della Regia Aeronautica, e una volta con l'artiglieria nel corso della battaglia dell'Amba Aradam, con il tiro di proietti ad arsina. Tuttavia, l'uso dei gas non fu distruttivo e determinante per le sorti della guerra come spesso oggi preteso, per motivi tecnici e ambientali che verranno analizzati nel presente lavoro. Questo studio si propone un'analisi il più possibile obbiettiva sulla base della documentazione d'archivio e dei diari storici delle unità aeree, oltre che dall'analisi della storiografia postbellica, inquadrandoli nel contesto del conflitto italo-etiopico e nella dottrina tattica del primo dopoguerra, al di là delle interpretazioni di parte.

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    400,-

    I conflitti che opposero Romani ed Etruschi durante l'età repubblicana segnarono la fine dell'Etruria come potenza indipendente e la sua assimilazione nel mondo romano. La guerra più lunga fu quella contro Veio, la più potente città etrusca che sorgeva venti chilometri a nord di Roma, il cui racconto sfuma spesso nella leggenda. Fu una lotta mortale, cui pose fine un assedio che secondo la tradizione durò trent'anni, come quello di Troia, e che vide come protagonista Furio Camillo. Veio, la più tenace nemica di Roma, venne distrutta e i suoi abitanti venduti schiavi.Seguirono poi una serie di guerre che portarono alla sottomissione di Tarquinia, Vulci, Rosellae, Chiusi, sino alla decisiva battaglia del lago Vadimone (309 a.C.).La lotta tra gli Etruschi, alleati volta a volta con Celti e Sanniti in chiave antiromana, vide come ultimo episodio l'assedio e la distruzione di Velzna- Volsinii nel 264.Sulla scorta di Tito Livio, di Dionigi d'Alicarnasso, Plutarco e degli altri storici antichi oltre che delle scoperte archeologiche ed epigrafiche, Le guerre etrusche ricostruisce in modo dettagliato questa lotta epocale, decisiva per la storia dei popoli italici e del mondo antico, anche con un ricco corredo iconografico e con una numerosa cartografia.

  • - Violenza politica e Guerra civile nel primo Dopoguerra
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    480,-

    "La verità è che sia da una parte che dall'altra vi furono aggressori e aggrediti, assassini e vittime, imboscate ed assalti su terreno aperto, atti di coraggio e di tradimento." (Gaetano Salvemini, Le origini del fascismo. Lezioni di Harvard, 1943) Nelle parole di Gaetano Salvemini sta tutta la realtà della guerra civile che investì l'Italia dopo il primo conflitto mondiale, con la delusione dei reduci per la Vittoria mutilata, la minaccia della rivoluzione bolscevica e l'occupazione delle fabbriche nel Biennio rosso, e la sempre più manifesta debolezza dello Stato liberale. La nascita dei Fasci di Combattimento il 23 marzo 1919 fu la scintilla che accese l'incendio che avrebbe arsa la Penisola, con centinaia di morti da una parte e dall'altra, e che vide nello squadrismo fascista il fenomeno politico e militare più importante, che portò all' istituzionalizzazione della violenza politica. Dello squadrismo fascismo saranno qui affrontate la storia, dalla nascita alla normalizzazione con la creazione della Milizia, l'organizzazione, le donne nelle squadriste, i protagonisti e le violenze, senza atteggiamenti apologetici o assolutori né aprioristiche condanne decontestualizzate dalla realtà del secolo scorso: quella di una guerra civile negata.Il lavoro è arricchito da oltre 120 fotografie, anche inedite, e da una galleria di ritratti fotografici, da Balbo a Arpinati, da Dumini a Ines Donati, la Capitana.

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    373,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    413,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    332,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    360,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    332,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    360,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    413,-

    In questo libro sono ben trattati gli avvenimenti militari che videro coinvolti prima lo C.S.I.R. e poi l'ARM.I.R.; analizzeremo pertanto le prime operazioni svolte dalle truppe italiane in Russia. seguiremo poi le operazioni dell'8ª Armata nell'avanzata verso il Don, la prima battaglia difensiva dell'agosto 1942, ed infine l'offensiva sovietica del dicembre dello stesso anno, la ritirata e la reazione ai tentativi avversari di accerchiamento del Corpo d'Armata Alpino nel gennaio del 1943. Lo straordinario corredo iconografico comprende più di 100 rare e inedite fotografie, ritraenti gli uomini e i mezzi del C.S.I.R. e dall'ARM.I.R. in azione, i luoghi dei combattimenti e i volontari cosacchi nel R.E.I..Incluse diverse mappe a colori illustranti le varie fasi della campagna.

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    388,-

    La guerra combattuta nell'Africa Orientale Italiana e nei territori confinanti è l'unico teatro operativo della Seconda Guerra Mondiale in cui in Regno d'Italia abbia operato senza l'intervento dell'alleato germanico. Già questo giustificherebbe un interesse ben maggiore di quello che solitamente viene dedicato alla guerra combattuta tra italiani e gli eserciti del Commonwealth- cui si aggiunsero irregolari etiopici, unità della Francia degaullista e del Belgio- nel Corno d'Africa. Le operazioni belliche sono trattate dettagliatamente, con un ampio uso di cartine per meglio seguirne lo sviluppo, approfondendo la conquista del British Somaliland, l'offensiva britannica e le battaglie di Cassala, Agordat e Cheren, la conquista britannica della Somalia e di Addis Abeba, la resistenza del Duca d'Aosta nel ridotto dell'Amba Alagi, il ruolo di Orde Wingate e della resistenza etiopica, l'estrema eroica resistenza del ridotto di Gondar, con Uolchefit e Culquabert, dove Carabinieri, zaptié e Camicie Nere scrissero l'ultima pagina della storia dell'effimero impero mussoliniano. Infine si parlerà di argomenti meno noti quali le operazioni navali, la resistenza italiana dopo l'invasione...

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    241,-

  • - an Italian perspective
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    388,-

  • - una biografia militare dell'Oberbefehlshaber Sud, 1943- 1945 - Vol. II
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    388,-

  • - una biografia militare dell'Oberbefehlshaber Sud, 1943- 1945 - Vol. I
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    388,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    388,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    262,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    262,-

  • - Monte Celio, 12 aprile 1498
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    413,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    402,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    402,-

  • av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    402,-

  • - Le camicie nere in Africa orientale (1935-36)
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    388,-

  • - Da Austerlitz a Friedland
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    485,-

  • - L'aquila nella tormenta
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    402,-

  • - Storia e cronaca di una battaglia del duecento
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels & Mario Venturi
    413,-

    La battaglia combattuta a Montaperti tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, con cui combatterono molti cavalieri tedeschi, mandati da re Manfredi di Hohenstaufen, e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti nel settembre del 1260 fu una delle più grandi del Medio Evo europeo.

  • - Storia e cronaca di una battaglia del duecento
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels & Mario Venturi
    388,-

    La battaglia combattuta a Montaperti tra i guelfi di Firenze e i ghibellini di Siena, con cui combatterono molti cavalieri tedeschi, mandati da re Manfredi di Hohenstaufen, e gli esuli fiorentini di parte ghibellina capeggiati da Farinata degli Uberti nel settembre del 1260 fu una delle più grandi del Medio Evo europeo. L'esercito senese inquadrava 18.000 fanti e 400 cavalieri senesi, oltre a 800 cavalieri tedeschi e ghibellini, più 200 mercenari. I fiorentini, erano 3.000 cavalieri e 30.000 fanti. I caduti fiorentini- escludendo gli alleati guelfi- furono oltre 10.000, una cifra spaventosa su una città di 75.000 abitanti, il 13% della popolazione maschile valida, buona parte dei quali massacrati a battaglia conclusa. La battaglia fu ben più che un episodio come tanti altri delle contese municipali tra le due città toscane: dal trionfo dei fuorusciti derivò la rovina del Popolo Vecchio, il governo nato con la costituzione fiorentina del 1250, e il conseguente ritorno ghibellino sotto le bandiere senesi e sveve, mentre si rialzarono per un momento le estreme fortune della casa di Hohenstaufen

  • - La Caporetto di Mussolini
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    387,-

    La sconfitta subita in Egitto e Cirenaica dall'esercito del Maresciallo Rodolfo Graziani ad opera della Western Desert Force, culminata nell'annientamento della 10a Armata a Beda Fomm nel febbraio del 1941, costituisce la più grave disfatta dell'esercito italiano nel corso della propria storia, peggiore anche di quella avvenuta il 24 ottobre 1917 nella battaglia di Caporetto: un esercito di 150.000 uomini lasciò in mano ad un nemico di sole 36.000 unità ben 133.298 prigionieri, 420 carri armati, 845 cannoni e 564 aeroplani nell'arco di due mesi esatti, dal 9 dicembre 1940 al 9 febbraio 1941, subendone l'iniziativa strategica e la superiorità morale.Per l'Italia la sconfitta in Cirenaica costituì un duro ridimensionamento e la fine della guerra parallela, con la subordinazione strategica al Reich tedesco.Ma come per Caporetto, il Regio Esercito, lungi dall'essere sconfitto, si riprese subito anche e soprattutto grazie all'aiuto del Terzo Reich ed all'esempio fornito dalle unità del Deutsches Afrika Korps. Il volume analizza le forze in campo, le pressioni politiche fatte da Roma su Graziani per spingerlo ad attaccare, e le operazioni militari, dall'invasione italiana dell'Egitto all'operazione Compass con la quale Wavell ed 'O Connor respinsero gli italiani in Cirenaica sino alle decisive battaglie di Bardia, Tobruk, el Mechili e Beda Fomm.

  • - Armando Diaz e la relazione ufficiale della battaglia di Vittorio Veneto
    av Pierluigi Romeo Di Colloredo Mels
    402,-

    Nel silenzio che circonda il centenario della Grande Guerra- silenzio tutto italiano, come ci si vergognasse di aver vinto! non certo in Francia, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e perfino in Australia e Nuova Zelanda- c'è un silenzio ancora più profondo che riguarda il generale Armando Diaz e la terza battaglia del Piave, meglio nota come battaglia di Vittorio Veneto.Questo lavoro, dell'autore di Luigi Cadorna. Una biografia militare, cerca di colmare le due lacune integrando un profilo biografico di Armando Diaz, il Duca della Vittoria, con la Relazione Ufficiale sulla battaglia compilata dal comando Supremo, un lavoro assai dettagliato e, cosa degna di nota, assai corretto dal punto di vista storiografico, senza troppe concessioni alla retorica ed allo spirito del tempo, tanto che può essere ancor oggi letta con il massimo interesse, ed i bollettini di guerra dal 24 Ottobre al 4 Novembre, che della Relazione costituiscono indispensabile corollarioUna vittoria che veniva ad un anno esatto dopo lo sfondamento tedesco a Plezzo e Tolmino, e la ritirata al piave: ma l'Italia, grazie a molteplici fattori, uno dei principali dei quali fu proprio Diaz, oramai data da alleati e nemici come sull'orlo della disfatta, seppe riconoscersi come Nazione, e riprendersi, bloccare il nemico sul Piave nella battaglia del Solstizio ed infine uscire vincitrice dal conflitto.Churchill ha scritto che Nessun popolo, tranne i romani dopo Canne, seppero riprendersi tanto rapidamente da una sconfitta. Il libro vuole riportare l'interesse su una figura determinante della storia militare dell'Italia del XX secolo come Armando Diaz, e su una battaglia di cui qualcuno si è addirittura spinto a scrivere, senza vergognarsene, che non fu mai combattuta, né fu mai sparato un colpo: ciò malgrado dal 24 ottobre al 4 novembre gli italiani ed i loro alleati ebbero 36.498 tra morti e feriti- nell'intera campagna di Grecia del 1940-41 per confronto gli italiani ebbero 20.000 perdite- e gli imperiali 90.000 morti, feriti e dispersi e 426.000 prigionieri.Il lavoro è completato dall'ordine di battaglia, il più dettagliato pubblicato sino ad oggi, del Regio Esercito e delle unità alleate alla vigila dell'offensiva di Ottobre, e da una cronologia dell'ultimo anno di guerra, che permetterà al lettore di avere un inquadramento degli avvenimenti senza bisogno di appesantire il testo, oltre ad una ricca parte iconografica proveniente dall'Archivio di Stato e dell'USSME.

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