Norges billigste bøker

Bøker utgitt av Culturea

Filter
Filter
Sorter etterSorter Populære
  • av Paolo Sarpi
    330

    Il proponimento mio è di scrivere l'istoria del concilio tridentino, perché, quantonque molti celebri istorici del secol nostro nelli loro scritti n'abbiano toccato qualche particolar successo, e Giovanni Sleidano, diligentissimo autore, abbia con esquisita diligenza narrate le cause antecedenti, nondimeno, poste tutte queste cose insieme, non sarebbono bastanti ad un'intiera narrazione. Io subito ch'ebbi gusto delle cose umane, fui preso da gran curiosità di saperne l'intiero, e dopo, l'aver letto con diligenza quello che trovai scritto e li publici documenti usciti in stampa o divulgati a penna, mi diedi a ricercar nelle reliquie de' scritti de...

  • av Pietro Giannone
    330

    Non bastò a Teodosio d'aver in cotal guisa dato riparo alla cadente giurisprudenza, e d'averla in cotal modo restituita nell'Accademie: erano ancora pochi coloro, come dice l'istesso Teodosio , qui juris civilis scientia ditarentur, et soliditatem verae doctrinae receperint. L'immensa copia de' libri, la gran mole delle tante costituzioni imperiali fra se discordanti, tenevagli ancor'in una profonda oscurità e densa caligine. A toglier queste tenebre volse finalmente Teodosio l'animo suo, onde alla fabbrica d'un nuovo Codice tutto inteso, rifiutate le tante efimere costituzioni de' Principi dettate secondo l'occasion de' tempi, e le molte inutili e fra di lor contrarie..

  • av Emilio Salgari
    383,-

    Dunque, si va avanti sì o no? Corpo di Giove! È impossibile che noi siamo caduti come tanti stupidi su un banco. - È impossibile avanzare, signor Yanez. - Che cos'è dunque che ci ha fermati? - Non lo sappiamo ancora. - Per Giove! Era ubriaco il pilota? Bella fama che si acquistano i malesi! Ed io che li avevo creduti, fino a stamane, i migliori marinai dei due mondi! Sambigliong, fa' spiegare dell'altra tela. Il vento è buono e chissà che non riusciamo a passare. - Non faremo nulla, signor Yanez, perchè la marea cala rapidamente. - Che il diavolo si porti all'inferno quell'imbecille di pilota! L'uomo che così parlava, si era voltato bruscamente verso la poppa colla fronte aggrotta...

  • av Pietro Giannone
    330

    Se gli uomini avessero seriamente atteso ai successi che si narrano dopo questa dispersione delle genti e princìpi di tanti regni ed imperi sopra la terra stabiliti, a quella religione che fu da Noè tramandata a' suoi figliuoli e da questi a' loro posteri, alle loro leggi e costumi, ed a' premi che speravano ed a' castighi che temevano; certamente che saremmo ora fuori di tante vane larve e di tanti errori ed illusioni e di tanti vani timori e pregiudizi che abbiamo succhiato col latte delle nostre madri. Ci han dipinta quest'infausti e malaventurosi indovini tutta la posterità di Noè per una massa perduta e dannata, e che tutti gli uomini dopo il peccato d'Adamo per propria natur...

  • av Roberto Bracco
    330

    ATTO PRIMO Un salotto semplice, modesto, adibito provvisoriamente a camera da letto. Il letto, difatti, situato verso il lato sinistro, ha il capezzale un po' discosto dalla parete, quasi avanti a una porta chiusa. Alla parete opposta, una finestra. In fondo, la porta comune, dalla quale si vede un'altra piccola stanza. Presso il letto, una larga poltrona. Pendono ai muri alcuni quadri anatomici. Nell'angolo più lontano dal letto, un'ampia tavola, su cui sono, confusamente, fiale e scatole di medicinali, qualche bottiglia, qualche piatto, qualche asciugamano, qualche bicchiere, delle arance, una candela di cera, un paralume. Qua e là, nella camera, altre suppellettili, in disordine. ¿ È...

  • av Alfredo Panzini
    330

    Cavalier Ginetto Sconer, fisonomia rosea, da cui spira intelligenza e coraggio; capigliatura solida, denti solidi, tutto solido. Questo sono io! In questa valle di dolore e di lagrime ho l'onore di trovarmi bene. Quando io viaggiavo ancora con la marmottina dei campioni, i clienti mi dicevano: «Voi, signor Sconer, fate molto onore alla vostra Ditta». In realtà la mia presenza è stata sempre molto distinta. Peso controllato, kg. 80. Ed ora passiamo all'esposizione morale. Anche il morale è molto favorito. Io sono uno spirito equilibrato e sereno, e questo mi piace, perchè la Fortuna dà le sue preferenze alle persone equilibrate e serene.

  • av Guido Carocci
    330

    Attraversata e divisa in due parti Firenze, liberato dalla stretta de' forti muraglioni che ne contengono e ne domano gl'impeti furiosi, «il fiumicel che nasce in Falterona» scorre dolcemente fra i greppi fioriti del parco meraviglioso delle Cascine e gli argini che difendono i piani feraci di Legnaja, e con capricciosi ed ampi serpeggiamenti si dirige verso la stretta gola della Golfolina, dove il Valdarno Fiorentino cede il posto e il nome al Valdarno Inferiore. E di qui, proseguendo il suo lento corso, erra in mezzo alle ampie pianure, carezza le pendici estreme de' poggi che ne fiancheggiano e ne chiudono l'ampia valle, per scender nel Tirreno, poco lungi da Pisa, fra la quiet...

  • av Giovanni Cena
    330

    DISCENDEVA la sera su l'erta solitaria. Io ristetti. Non era una voce nell'aria. Solo nel fondo il fiume dava un lamento roco scintillando nel lume del tramonto di fuoco...

  •  
    375

    Cantami, o Diva, del Pelìde Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco generose travolse alme d'eroi, e di cani e d'augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l'alto consiglio s'adempìa), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de' prodi Atride e il divo Achille.

  •  
    375

    Tutti per l'alta notte i duci achei dormìan sul lido in sopor molle avvinti; ma non l'Atride Agamennón, cui molti toglieano il dolce sonno aspri pensieri. Quale il marito di Giunon lampeggia quando prepara una gran piova o grandine, o folta neve ad inalbare i campi, o fracasso di guerra voratrice; spessi così dal sen d'Agamennóne rompevano i sospiri, e il cor tremava.

  • av Franco Sacchetti
    383,-

    Considerando al presente tempo e alla condizione dell'umana vita, la quale con pestilenziose infirmità e con oscure morti è spesso vicitata; e veggendo quante rovine con quante guerre civili e campestre in essa dimorano; e pensando quanti populi e famiglie per questo son venute in povero e infelice stato e con quanto amaro sudore conviene che comportino la miseria, là dove sentono la lor vita esser trascorsa; e ancora immaginando come la gente è vaga di udire cose nuove, e spezialmente di quelle letture che sono agevoli a intendere, e massimamente quando danno conforto, per lo quale tra molti dolori si mescolino alcune risa;

  • av Friedrich Schiller
    330

    Io intraprendo la narrazione di avventure che a molti parranno incredibili, e della maggior parte delle quali sono stato io stesso testimonio oculare. A que' pochi che hanno contezza di un certo avvenimento politico, serviranno questi fogli, se pur vedranno la luce durante la loro vita, di opportuno schiarimento al medesimo; ed anche, senza servire a tal uopo, potranno riuscire interessanti a chiunque come supplemento alla storia de' raggiri e degli errori dello spirito umano. Sorprenderà l'arditezza del piano che la malvagità è capace di progettare ed eseguire; sorprenderà la singolarità de' mezzi ch'ella sa adoperare onde conseguirne l'intento.

  • av Francesco Negri
    330

    Crederebbe la pluralità de¿ mondi con Democrito, illustrissimo signore, chi in qualche modo a sè incognito venisse trasferito ora nel mezzo della zona torrida, ove vedrebbe il sole stabilire una perpetua eguaglianza de¿ giorni alle notti, ora in una delle zone temperate, dove cagiona sì bella varietà di stagioni, ora in una delle glaciali, dove per settimane e per mesi non mai nasce o tramonta: così crederebbe, dico, mentre non potesse per altro comprendere, come quel nobilissimo pianeta possa rappresentarsi a questo mondo inferiore in tante forme, e nell¿istesso tempo, anzi nel medesimo istante.

  • av Ulisse Barbieri
    330

    Da ponte Sisto guardando a destra quei gruppi di case che fiancheggiano le rive del Tevere, e che oggi stanno scomparendo, si era colpiti dall'imponenza cupa ed in un pittoresca d'un quadro bizzarro. Non è la Roma antica, dalle marmoree colonne, dai grandiosi edifici, col suo Campidoglio, co' suoi giardini cesarei, col suo Colosseo col fasto pomposo del Foro Traiano, cogli archi maestosi del tempio della Pace, di Vesta, di Pallade e di Minerva, che vi sta dinanzi, quella Roma, con tutta infine la gigantesca imponenza che rivive oggi ancora nelle sue rovine ma è la Roma medievale, che vi si affaccia al pensiero, ricordando il ghetto co' suoi cancelli di ferro...

  • av Grazia Deledda
    330

    Viveva a Nuoro di Sardegna, verso la fine d'aprile del 1886, un uomo chiamato Salvatore Brindis, soprannominato Cane Ruju. Aveva circa cinquant'anni; era alto, corpulento, con barba folta e grigia, faccia rossa e occhi assai strani, torvi, iniettati di sangue, che a momenti, divenuti limpidi e quasi dolci, si rassomigliavano a quelli di un cane intelligente; e forse a quegli occhi e al suo colorito sanguigno Salvatore Brindis doveva il suo soprannome. Da tutta la sua grossa persona spirava un'aria di prepotenza, di forza e di volontà; sul petto largo e robusto il velluto turchino del giubbone aderiva in modo da disegnare tutte le linee, e una cintura di pelle nera adorna di rozzi ricami...

  • av Antonio Gramsci
    330

    Una doppia serie di ricerche. Una sull¿Età del Risorgimento e una seconda sulla precedente storia che ha avuto luogo nella penisola italiana, in quanto ha creato elementi culturali che hanno avuto una ripercussione nell¿Età del Risorgimento (ripercussione positiva e negativa) e continuano a operare (sia pure come dati ideologici di propaganda) anche nella vita nazionale italiana cosí come è stata formata dal Risorgimento. Questa seconda serie dovrebbe essere una raccolta di saggi su quelle epoche della storia europea e mondiale che hanno avuto un riflesso nella penisola. Per esempio: 1) I diversi significati che ha avuto la parola «Italia» nei diversi tempi...

  • av Arturo Graf
    330

    Il nome ch¿io porto non è quello che dovrei portare; dacchè io non sono figliuolo, nè del conte Alberto Ranieri, da tutti reputato mio padre, nè di Agata Friuli, sua moglie, da tutti reputata mia madre. Perchè mi fosse imposto un nome che non m¿appartiene; quale sia il nome con cui dovrei veramente chiamarmi; e per che modo io sia giunto a penetrare un oscuro e doloroso segreto, non noto da prima a più che a tre persone, delle quali l¿una era già morta da molti anni quand¿io lo penetrai, e che tutte e tre posero in custodirlo gelosissima cura, si saprà forse un giorno, se queste pagine, ove io venni raccogliendo in parte le memorie della mia vita e de¿ miei pensieri, vedranno la luce e tr...

  • av Emilio Salgari
    383,-

    - Ohe, ragazzi! Altro che balene! Sono i ribbon-fish, che vengono a galla. Brutto segno, amici!... - Voi brontolate sempre, bosmano. - disse la voce quasi infantile di un mozzo. - Che ne sai tu dell'Oceano Pacifico e delle sue isole, ragazzaccio, che hai finito di poppare appena qualche mese fa. - No, bosmano, ho sedici anni suonati e sono figlio di un marinaio. - Sì, d'acqua dolce forse. Scommetterei che non è mai uscito dal porto di Valdivia e che non sapeva guidare nemmeno una balsa, tuo padre. - Era un cileno come voi...

  • av Franco Sacchetti
    330

    Messer Tommaso di Neri manda un suo lavorante di lana al maestro Tommaso perché lo curi d'alcuno difetto; e portando l'orina al maestro, ne porta un pieno orinale e un mezzo orciuolo; e quello che ne seguita. Un'altra bella sperienza mi fa venire a memoria la precedente novella; la quale consigliò maestro Tommaso del Garbo. Fu, non è gran tempo, un fattore di arte di lana, il quale era grandissimo bevitore, e stava con messer Tommaso di Neri di Lippo, e messer Tommaso di lui spesse volte avea gran piacere, e tenealo per suo grande amico. Avvenne per caso che questo fattore piú volte s'era doluto col detto messer Tommaso, come spesse volte si sentía gran doglia nella testa, e che ...

  • av Carlo Goldoni
    330

    Deh non siavi discaro, amabilissimo Signor Conte, che dedicandovi una mia Commedia, dia a Voi una vera testimonianza del mio rispetto, e che vi renda, per quant'io posso, quell'onore che a me recate colla vostra pregievolissima e liberale amicizia. Sino dalla mia infanzia si è radicata in me la stima e la venerazione della degnissima persona vostra. Foste il più caro, il più cortese amico del Padre mio. Brillaste seco lui nei vivacissimi anni della fervida gioventù, e furono comuni i piaceri vostri sino da quel tempo degni del vostro spirito e del vostro talento. Ricordomi ancora quei dì felici, ne' quali tacevasi dall'Avolo mio paterno una brillante Villeggiatura in Roncade, convertita l...

  • av Franco Sacchetti
    330

    Giovanni Apostolo sotto ombra di santa persona, entra in un romitoro, avendo a fare con tre romite, che piú non ve n'avea. Fu a Todi, non è molto, uno che era chiamato Giovanni dell'Innamorato, ed era di questi che si chiamano Apostoli, che vanno con le fogge vestiti di bigio sanza levare mai gli occhi in alto; e ancora facea in Todi l'officio del barbiere. Era costui molto usato d'andare di fuori in certi luoghi di Todi, e spesso passava da uno romitoro, dove erano tre giovene romite, che l'una era bellissima quanto potesse essere.

  • av Stanislas Julien
    716,-

    En traduisant le roman des Deux jeunes filles lettrées, je me suis proposé un double but, savoir: de faire connaître, pour la première fois en Europe, un ouvrage qui offre une peinture fidèle, animée et souvent piquante, des goûts et des habitudes littéraires des chinois, et de donner, aux étudiants qui voudront lire l¿ouvrage dans la langue originale, l¿intelligence du style moderne le plus relevé, le plus brillant et aussi le plus difficile, et qüil leur serait impossible de comprendre complètement, à l¿aide des dictionnaires et des ouvrages philologiques publiés jusqüà ce jour.Les Chinois, on le sait, ont devancé les Européens dans plusieurs inventions qui ont changé la face du monde. Sans parler de la boussole, qüils possèdent et emploient aux mêmes usages que nous depuis trente siècles, de la poudre de guerre que les Arabes leur ont empruntée et qüils nous ont transmise, je dirai que, dès l¿an 593 de cotre ère, ils ont p.II commencé à répandre, par la gravure sur bois, les chefs-d¿¿uvre de la peinture, du dessin et de la littérature (invention que jusqüici l¿on n¿avait reconnue en Chine que cinq cents ans plus tard)1. J¿ai publié dans les Comptes rendus de l¿Académie des sciences (tom. 24, pag. 1002), et ensuite dans le Journal asiatique de Paris (en 1847), un petit Mémoire, duquel il résulte que les Chinois ont commencé à imprimer en l¿an là, une diffusion rapide et immense des connaissances littéraires dans cet empire du milieu, où elles sont un moyen infaillible d¿arriver à la fortune, à la renommée et aux plus hautes charges de l¿État.

  • av Joseph Anglade
    291,-

    "Les Troubadours" est un ouvrage écrit par Joseph Anglade, un érudit et philologue français spécialisé dans les études occitanes et la littérature médiévale.Ce livre explore le monde fascinant des troubadours, ces poètes-musiciens médiévaux d'expression occitane. Joseph Anglade offre une analyse détaillée de la vie, de la poésie et de la musique des troubadours, ainsi que de leur influence sur la littérature et la culture médiévales en général.À travers "Les Troubadours", Anglade met en lumière la richesse de la tradition littéraire occitane et l'importance des troubadours dans le développement de la poésie lyrique au Moyen Âge. Cet ouvrage est reconnu pour sa contribution à la compréhension et à l'appréciation de cet aspect crucial de l'histoire littéraire médiévale.

  • av Auguste Poitevin
    370,-

    "Les Ruffians de Paris" est un roman policier d'Auguste Poitevin, publié à l'origine en feuilleton. L'histoire se déroule dans les rues animées de Paris, mettant en scène des personnages intrigants et des rebondissements captivants. Le récit se concentre sur les activités criminelles d'une bande de voyous opérant dans la capitale française. L'auteur tisse une toile complexe de mystères, de trahisons et de poursuites, offrant une plongée immersive dans le monde sombre de la criminalité urbaine. Poitevin captive les lecteurs avec des descriptions vivantes de Paris et des personnages hauts en couleur, créant une atmosphère palpitante et pleine de suspense. "Les Ruffians de Paris" est un roman policier incontournable qui offre une exploration captivante du côté obscur de la ville lumière, tout en offrant une intrigue palpitante et des rebondissements inattendus.

  • av Paul Mahalin
    370,-

    "L'hôtellerie sanglante" est un roman de Paul Mahalin, publié pour la première fois en 1885. L'histoire se déroule dans un cadre d'auberge et présente une atmosphère de mystère et de suspense. L'intrigue tourne autour d'une série d'événements sanglants et inexpliqués qui se déroulent dans cette auberge isolée.Le récit met en scène des personnages intrigants et des rebondissements inattendus, créant ainsi une atmosphère de tension et de suspicion. L'auteur tisse habilement une toile de mystère et d'intrigue, captivant les lecteurs avec des éléments de crime, de passion et de secrets enfouis."L'hôtellerie sanglante" offre une plongée captivante dans le genre du roman à énigme, où les lecteurs sont invités à démêler les fils d'une série d'événements mystérieux et à découvrir la vérité cachée derrière ces sombres occurrences. L'auteur utilise des descriptions évocatrices pour créer une ambiance angoissante et immersive, transportant ainsi les lecteurs dans l'univers inquiétant de cette auberge isolée.Ce roman de Paul Mahalin est un exemple classique du genre du mystère et du suspense, offrant une expérience de lecture palpitante et immersive. À travers une narration captivante et des rebondissements inattendus, "L'hôtellerie sanglante" captive l'imagination des lecteurs et les plonge dans un monde de secrets, de crimes et de mystère.

  • av Charles Le Goffic
    291,-

    "Les Romanciers d'Aujourd'hui" est un ouvrage écrit par Charles Le Goffic, un écrivain et critique littéraire français du début du XXe siècle. Dans cet ouvrage, Le Goffic présente des analyses et des critiques sur différents romanciers contemporains de son époque.Il explore souvent les travaux et les styles d'écrivains contemporains, offrant des perspectives et des évaluations sur leur importance littéraire, leurs thèmes, leurs techniques d'écriture, et parfois même leurs influences sur la littérature de l'époque. "Les Romanciers d'Aujourd'hui" permet aux lecteurs d'apprécier le regard critique d'un contemporain sur les écrivains de son temps, offrant des pistes de réflexion sur les tendances littéraires et les préoccupations artistiques de cette période spécifique de l'histoire littéraire.

  • av Emile Verhaeren
    230

    "Les Rythmes souverains" est un recueil de poèmes d'Émile Verhaeren, publié en 1898. L'¿uvre présente une exploration poétique des thèmes de la nature, de l'amour, de la vie moderne et de la condition humaine. Verhaeren, figure majeure du symbolisme et du mouvement littéraire fin-de-siècle, offre une vision lyrique et évocatrice à travers ses vers. Les poèmes capturent la beauté des paysages, expriment les émotions les plus profondes et reflètent les bouleversements de l'époque. "Les Rythmes souverains" est un témoignage de l'engagement de Verhaeren envers l'art et la poésie, offrant une expérience immersive qui invite les lecteurs à contempler la vie et la nature à travers un prisme poétique riche en émotions et en images évocatrices. Ce recueil est un exemple remarquable de la maîtrise de Verhaeren dans l'expression poétique, capturant la vitalité de la nature et les tourments de l'âme humaine. Les poèmes offrent une profonde réflexion sur la condition humaine, tout en célébrant la splendeur de la nature et en exprimant les émotions les plus intenses. Verhaeren utilise un langage riche et évocateur pour transporter les lecteurs dans un univers poétique empreint de sensibilité et de profondeur. L'¿uvre de Verhaeren a eu un impact significatif sur la poésie symboliste et a contribué à façonner le paysage littéraire de son époque. "Les Rythmes souverains" est un recueil incontournable pour les amateurs de poésie, offrant une expérience de lecture enrichissante et émotionnelle.

  • av J. -H. Rosny
    291,-

    "L'Étonnant Voyage de Hareton Ironcastle" est un roman de science-fiction écrit par J.H. Rosny aîné, un écrivain belge du début du XXe siècle reconnu pour ses contributions au genre de la science-fiction et de la littérature fantastique.Ce roman transporte les lecteurs dans un récit d'aventures futuristes et extraordinaires. Il met en scène un personnage principal, Hareton Ironcastle, qui vit des aventures dans des mondes fantastiques ou futuristes, souvent explorant des thèmes tels que les voyages dans le temps, les technologies avancées et les mondes inconnus.Rosny aîné était réputé pour son imagination et sa capacité à créer des mondes et des intrigues fascinants. "L'Étonnant Voyage de Hareton Ironcastle" pourrait très bien offrir une expérience de lecture immersive et imaginative pour les amateurs de science-fiction et de récits d'aventures extraordinaires.

  • av Francois-Rene Chateaubriand
    230

    La "Lettre de M. de Montmorency" est une correspondance écrite par François-René de Chateaubriand, un écrivain et homme politique français du XIXe siècle, connu pour ses ¿uvres littéraires et son engagement politique.Cette lettre, rédigée par Chateaubriand, était adressée à François-René de Chateaubriand lui-même. Elle fait partie des écrits de Chateaubriand où il s'adresse à son propre moi, à sa conscience ou à son moi intérieur, exprimant souvent des réflexions, des regrets ou des pensées profondes sur sa vie, ses choix et ses valeurs.Chateaubriand était réputé pour sa prose lyrique et introspective, et ces lettres offrent souvent un aperçu des tourments et des questionnements personnels de l'écrivain. Elles permettent de comprendre sa sensibilité et son engagement vis-à-vis de ses convictions littéraires et politiques.

  • av Giuseppe Rensi
    330

    L¿idealismo filosofico, nella sua essenza fondamentale, è ed è sempre stato razionalismo. La sua pretesa e il suo sforzo sono sempre stati quelli di stabilire un concetto sommo ¿ asserendo che perchè esso è logicamente sostenibile, o dimostrabile, o necessario, così esso non può non possedere anche l¿esistenza di fatto, la realtà ¿ e mostrare come da tale concetto sommo scaturisca, necessariamente, da sè, quasi a dire automaticamente (e non già perchè tale scaturire sia solo lo specioso risultato d¿una deduzione operata da noi, dalla nostra testa particolare, e quindi deduzione soggettiva, e perciò forse arbitraria) tutto ciò che è (la natura e la storia) e tutto ciò che deve essere (la m...

Gjør som tusenvis av andre bokelskere

Abonner på vårt nyhetsbrev og få rabatter og inspirasjon til din neste leseopplevelse.