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Il primo libro della Collana dell'Accademia dello Scivolo. A ispirare Aldo Spoldi per la pubblicazione del n.0 dei Giornalini dell'Accademia dello Scivolo è stato «Il corriere dei piccoli». Non è la prima volta che ciò accade. Le edizioni della Banca di Oklahoma furono suggerite dalle "Avventure del signor Bonaventura"... La pubblicazione della raccolta dei Giornalini dell'Accademia dello Scivolo è rivolta al bambino che è dentro di noi, allo studente al quale viene offerta una prima, seppur modesta, verifica empirica delle tesi sostenute nelle accademie e università precedenti e al cittadino che abita il mondo globalizzato. Raccontando avventure realmente accadute i Giornalini invitano il bambino, ma anche l'adulto, a costruire un mondo parallelo, dialogante con il mondo digitalizzato. Età di lettura: da 6 anni.
Fin dall'inizio della mia esperienza come artista e come educatore, per indole e attitudine, ho attivato un dialogo personale con i miei interlocutori, a partire dalla pratica dell'ascolto attivo, dell'autöosservazione, dell'immedesimazione, dell'identificazione delle urgenze e della gestione dei processi di mediazione. In Italia, negli Stati Uniti, a Cuba, in India, in Spagna, in Corea del Sud e in Palestina, in ogni territorio in cui mi sono ritrovato a vivere e lavorare, ho creato piccole comunità di pratica attraverso sodalizi generati dalla fiducia e da uno spirito di reciprocità. Che si tratti di una scuola, di un museo o della cosa pubblica, è necessario instaurare un rapporto più umano con le istituzioni, considerando la controparte non alla stregua di un'entità astratta, ma come un individuo, piuttosto, con cui innescare uno scambio tra pari.
Questo libro raccoglie vari interventi sull'arte della curatela. Alcuni testi provengono da pubblicazioni non facilmente reperibili, la maggior parte è stata scritta per l'occasione e altri ancora sono tratti dalle lezioni di "Become a curator", un breve corso d'introduzione ai numerosi cambiamenti che la figura del curatore ha subito negli ultimi trent'anni. Si tratta di un corso propedeutico alla pratica curatoriale, essendo ormai la curatela un lavoro dalle numerose sfaccettature e specializzazioni, che travalicano lo stesso mondo dell'arte, andando ad allargare l'offerta di nuove tipologie professionali in un momento di profonda trasformazione del mondo del lavoro. Con saggi di: Cecilia Alemani, Matteo Balduzzi, Cristina Casero, Alessandro Castiglioni, Fabio Cavallucci, Massimiliano Gioni, Boris Groys, Francesca Guerisoli, Roberto Pinto, Adrian Paci, Andrea Quartarone, Hans Ulrich Obrist, Dorothee Richter, Gabi Scardi, Roberta Valtorta.
Come si vive dopo l'11 settembre? Quali conseguenze per le vite private e per le libertà individuali? Opponendosi all'uso della violenza come risposta al lutto collettivo, Judith Butlersostiene che la posizione di privilegio del mondo occidentale ci consente di immaginare unmondo in cui l'interdipendenza tra i popoli e gli individui divenga la base di una comunitàpolitica globale. "Ciascuno di noi in parte è politicamente costituito dalla vulnerabilità socialedel proprio corpo - dice Butler - in quanto luogo del desiderio e della vulnerabilità fisica, luogodi una dimensione pubblica a un tempo esposta e assertiva". La filosofa americana sostieneun'etica non violenta, fondata sulla consapevolezza della vulnerabilità e precarietà della vitaumana, e ci mostra come una più profonda comprensione del significato del lutto e dellaviolenza possa invece condurci verso nuove forme di solidarietà e giustizia globale.Judith Butler (Cleveland, 1956) insegna Letterature comparate e Retorica all'Universitàdi Berkeley (California) dove è anche co-direttrice del programma di Critical Theory. Libriquali Questione di genere e La rivendicazione di Antigone sono presto diventati dei classicidel femminismo internazionale nei quali Butler capovolge il concetto di corpo sessuatoconsiderato non come dato biologico ma come costruzione culturale.Il testo di Judith Butler che qui presentiamo in una nuova edizione, leggermente modificata rispetto alla precedente, appartiene a pieno titolo a questa nuova tendenza degli studi femministi, ed anzi è il capostipite di una precisa modalità di fare politica femminista. Esso infatti declina in modo innovativo le riflessioni relative al gender, alla sessualità, alla vivibilità di corpi e desideri, intrecciando il lessico della riflessione femminista e queer con quello proprio della riflessione politica mainstream. Guerra e violenza, in altre parole, sono interrogate a partire dall'insolita prospettiva del dolore e della perdita. Quando uscì nel 2004 negli Stati Uniti, e poco dopo anche in Italia, Precarious Life fu subito molto letto e apprezzato. Con una certa dose di audacia intellettuale il testo infatti presentava una lettura del post 11 settembre che si discostava sia dalla superficialità dei resoconti giornalistici sia dalla specificità delle produzioni accademiche. Con sapiente capacità comunicativa, esso tentava di parlare ad una audience più vasta delle solite ristrette cerchie intellettuali e allo stesso tempo non rinunciava ad affrontare con profondità filosofica questioni che in genere i pubblici dei media di massa non sono abituati a frequentare. (dall'introduzione di Olivia Guaraldo)
¿Questa seconda edizione di "Cominciamenti" (la prima è del 1988) manifesta una attitudine, recente, a rileggere il percorso della video arte, sia attraverso studi che ricostruiscono storie /eventi significativi, che interventi di restauro conservativo di opere video, restituiti alla fruizione pubblica, come anche progetti di censimento e schedatura degli archivi di videoarte. Il paesaggio disegnato da "Cominciamenti" ci conduce su temi di cui siamo più consapevoli oggi rispetto a trenta anni fa, basilari per la costituzione di una storia della videoarte in Italia. Emerge quindi il tema che oggi siamo abituati a delineare come archivio, di cui caso emblematico è quello di art/tapes 22.¿ (dall'introduzione alla seconda edizione).
Milano possiede uno dei sistemi teatrali più solidi e articolati sul territorio nazionale e, fuori della luce dei riflettori, si muove una scena indipendente ed estremamente varia, che mescola stili e approcci differenti sia dal punto di vista artistico sia da quello organizzativo. Il teatro indipendente produce un importante lavoro sul territorio, copre aree di ricerca poco battute dalle realtà ufficiali ed è un incubatore di modelli di diffusione e gestione culturale innovativi. Nonostante ciò, ogni giorno, lotta per la sua sopravvivenza in un settore privo di adeguate tutele per i lavoratori, nel quale è molto complesso dare continuità alle proprie attività. Questo libro segue i percorsi di alcuni artisti, compagnie e spazi indipendenti che hanno segnato fasi importanti della storia teatrale cittadina e nazionale, dagli anni Novanta all'esplosione della pandemia di Covid-19. Lo fa attraverso la voce dei suoi protagonisti, ripercorrendone gli inizi, i progetti più originali, i fallimenti e i successi. Fra le sue pagine scorrono visioni di teatro, racconti di eventi formidabili, riflessioni sul senso dell'atto teatrale, esperimenti coraggiosi e analisi di come sia stato possibile realizzarli. Questo volume vuole essere un affresco su vent'anni di teatro sotterraneo e un manuale di sopravvivenza per chi abbia energie e vocazione per continuare a renderlo vivo.
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