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Per le forze partigiane italiane l¿utilizzo di mezzi blindati fu veramente sporadico, ad eccezione degli ultimi frangenti di guerra. Soprattutto nei giorni dell¿insurrezione, infatti, i partigiani italiani riuscirono ad impadronirsi di carri armati di produzione italiana, sia catturandoli ad unità italiane e tedesche, sia prelevandoli direttamente dalle fabbriche, spesso grazie alla complicità con la Resistenza degli operai che lavoravano in questi opifici. Nei concitati momenti dell¿insurrezione, convenzionalmente fissata al 25 aprile 1945, molti furono i casi di veicoli depredati e riutilizzati dal movimento partigiano o da militari di Salò, che addirittura cambiarono mano più volte nel volgere di brevissimo tempo; di alcuni se ne è conservata, in qualche modo, traccia, mentre di altri, specialmente se utilizzati da formazioni di insorti, non se ne sa nulla. Un gran numero di mezzi corazzati di produzione italiana fu invece impiegato da parte dei partigiani jugoslavi, che li poterono catturare ¿in massä in seguito allo sbandamento del Regio Esercito dovuto all¿Armistizio.
In this issue: The Kampfgruppe Rehmann, summer 1944, Albert Frey, Knight's Cross with Oakleaves Holder, The French Legion through the eyes of an SS-Kriegsberichter, Free Corps Denmark at Velikije Luki, Hungarian Armored Forces in WW2, 2nd part, The Folgore Division, SS-Hauptsturmfuhrer Hans-Jörg Hartmann, Slovakian army in WW2
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