Om Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
L'astuto e mordace Bertoldo fece la sua prima apparizione, anche se con un nome diverso, nel "Dialogo di Salomone e Marcolfo", un testo in latino la cui edizione più antica è databile al 1470 circa.
A consacrare il personaggio furono però "Le sottili astutie di Bertoldo" (1606) e "Le piacevoli et ridicolose simplicità di Bertoldino" (1608) di Giulio Cesare Croce, cui Adriano Banchieri fece seguire la "Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino" (pubblicata postuma nel 1641).
Questa raccolta mantiene il titolo tradizionale di "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno", ma include anche la "Continuazione e fine della storia di Cacasenno", appositamente tradotta da un'edizione spagnola del 1864. Diverse frasi, presenti nell'edizione del 1606 del Bertoldo e soppresse in edizioni successive, sono state ripristinate. L'inclusione della quarta novella e le numerosissime e utili note, che hanno principalmente lo scopo di permettere al lettore una facile e piacevole lettura, rendono quest'opera originale.
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