Il "canto dolce" dell' "ippocampo rosso" è un'arma troppo debole per affrontare e contrastare il potentissimo esercito del frastuono mediatico e delle sue assordanti risonanze mentali, anche il poeta Michele Stuppiello se ne rende conto quando confessa che l'intonazione di quel canto è "flebile", impari alla lotta che vuole aprire, fidando solamente sulla potenza magica della sua origine.
Infatti:
"lo imparò dalle
sirene, nelle
grotte di cristallo".
(dalla Prefazione di Antonio Nasuto)
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